In Italia il 10% delle bambine, bambini e adolescenti vive in condizione di povertà energetica. Questo l’allarmante dato che emerge da un’elaborazione realizzata dall’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (OIPE) per Save the Children.
Secondo questa analisi, sono, infatti, sono ben 950 mila i minorenni che stanno affrontando le temperature particolarmente rigide, che in questi giorni hanno colpito il Paese, in condizioni di disagio, perché vivono in famiglie in condizione di povertà energetica, ovvero quelle famiglie il cui livello dei consumi (al netto di quelli energetici) è inferiore alla soglia di povertà e che hanno un’incidenza della spesa per i consumi energetici più alta della media, oppure hanno una spesa nulla per il riscaldamento. Questo fenomeno, che ha conseguenze importanti sul benessere fisico e mentale dei minori e sulla loro crescita colpisce, in particolare, le famiglie che non riescono a fronteggiare i rincari delle bollette per l’elettricità e il riscaldamento e che sono alle prese con le basse temperature di questi giorni.
Tra le famiglie con minori, alla fine del 2021, ultimo dato disponibile, l’incidenza della povertà energetica è pari al 9,3%, maggiore rispetto all’incidenza tra le famiglie in generale (8,5%). Il fenomeno è maggiormente diffuso nel Mezzogiorno: più di una famiglia su otto con minori (12,3%) non riesce ad accedere a beni e servizi energetici essenziali o spende troppo in relazione alle proprie disponibilità. Più contenuto, invece, nelle regioni del Nord, dove colpisce circa una famiglia su dodici (l’8,3% delle famiglie con minori) e del Centro (il 6,2% delle famiglie con minori).
In generale, la povertà energetica colpisce maggiormente le famiglie con minori in cui la persona di riferimento è straniera, con un’incidenza della povertà energetica 2,5 volte più alta rispetto alla popolazione di riferimento (in valori assoluti circa 162 mila famiglie).
L’andamento dei prezzi energetici rischia di peggiorare la situazione in cui vivono tante bambine, bambini e adolescenti in Italia, aggravando ulteriormente le disuguaglianze. I dati definitivi sui prezzi al consumo dell’Istat per il 2022 mostrano, infatti, come l’impatto dell’inflazione sia stato più marcato per le famiglie meno abbienti, attestandosi al 12,1%, ben cinque punti percentuali in più rispetto all’effetto sulle famiglie con maggiore capacità di spesa (per le quali è pari al 7,2%). Le differenze di impatto tra i due gruppi di famiglie sono da ricondurre quasi interamente all’andamento dei prezzi dell’energia, il cui effetto nell’ultimo trimestre del 2022 è aumentato dell’86,2% per le famiglie più povere e del 60,7% per quelle con maggiore capacità di spesa, le quali destinano una quota minore del loro bilancio a tali beni (meno della metà rispetto alle famiglie meno abbienti).
“Nonostante la buona notizia della recente diminuzione dei costi del gas, grazie a un autunno piuttosto mite a all’utilizzo di fonti alternative, la povertà energetica rimane una questione aperta nel nostro Paese: la riduzione a gennaio si confronta con un livello dei prezzi che è ancora quasi tre volte superiore, nel caso dell’elettricità, e più di due volte, nel caso del gas, rispetto a luglio 2021. Sappiamo ormai fin troppo bene che la povertà dei minori pervade tutte le dimensioni della loro vita. Quando parliamo di povertà energetica, alimentare o di disagio abitativo, ci riferiamo alla concreta possibilità di un’alimentazione adeguata, a spazi per studiare e riposare, alla possibilità di riscaldarsi, in altri termini alla possibilità di un sano sviluppo di bambine, bambini e adolescenti. Un intervento di contrasto alla povertà minorile quindi non può che tenere conto di tutte queste dimensioni, in un piano strategico e organico che metta al centro delle misure, anche quelle che contrastano la povertà energetica, i diritti di bambine e bambini”, ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia – Europa di Save the Children.