Clima, 4 novembre. Entra in vigore l’Accordo di Parigi

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4 novembre, l’Accordo di Parigi entra in vigore. Alla conferenza sul clima di Parigi (COP21) del dicembre 2015, 195 paesi hanno adottato il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima mondiale.
L’accordo definisce un piano d’azione globale, inteso a rimettere il mondo sulla buona strada per evitare cambiamenti climatici pericolosi limitando il riscaldamento global.

I governi hanno concordato di mantenere l’aumento medio della temperatura mondiale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali come obiettivo a lungo termine, puntare a limitare l’aumento a 1,5°C, dato che ciò ridurrebbe in misura significativa i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici, fare in modo che le emissioni globali raggiungano il livello massimo al più presto possibile, pur riconoscendo che per i paesi in via di sviluppo occorrerà più tempo, procedere successivamente a rapide riduzioni in conformità con le soluzioni scientifiche più avanzate disponibili.
Ma il rapporto annuale del programma delle Nazioni unite per l’ambiente (Unep), presentato un giorno prima della fatidica data, sostiene che l’accordo di Parigi non basterà a contenere l’aumento della temperatura globale in questo secolo entro i 2 gradi: serve un’ulteriore riduzione del 25% entro il 2030 delle emissioni di gas a effetto serra. Secondo l’agenzia dell’Onu anche se l’accordo fosse pienamente applicato l’aumento previsto della temperatura in questo secolo sarebbe tra i 2,9 e i 3,4 gradi.
Anche la Commissione europea plaude all’entrata in vigore dell’accordo di Parigi (prima della conferenza dell’ONU sul clima di Marrakech) ad appena 30 giorni dalla ratifica dell’UE che ha consentito di superare la soglia minima necessaria perché l’accordo avesse effetto. 
La Conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP22 avrà luogo dal 7 al 18 novembre a Marrakech. La Commissione sarà rappresentata dal Commissario Miguel Arias Cañete. L’UE si aspetta che si siano compiuti progressi sugli elementi chiave del pacchetto di Parigi, anche sull’accesso ai finanziamenti da parte dei paesi in via di sviluppo e sullo sviluppo e il potenziamento delle competenze e dei processi necessari nei paesi in via di sviluppo per attuare i loro piani nazionali per il clima.
Patricia Espinosa, segretario esecutivo della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico: “L’umanità si ricorderà del 4 novembre 2016 come del giorno in cui i Paesi del mondo hanno fermato la marcia verso una catastrofe climatica che sembrava inevitabile e hanno aperto la strada per un futuro sostenibile”.
“L’entrata in vigore dell’accordo di Parigi – afferma il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – è un passo di portata storica per il Pianeta. Tutti gli Stati, dalle grandi potenze alla più piccola delle isole, hanno scelto di percorrere insieme la strada dello sviluppo sostenibile: e lo hanno fatto mettendo nero su bianco impegni precisi dai quali nessuno potrà sottrarsi, ma lavorare semmai per renderli ancor più ambiziosi. La Cop22 di Marrakesh che inizia lunedì prossimo – prosegue Galletti – sarà l’occasione per iniziare ad alzare l’asticella degli sforzi contro il surriscaldamento globale, che oggi non basterebbero a ottenere l’effetto di una vita su questo Pianeta più equa nell’accesso alle risorse per i suoi abitanti e non condizionata da disastri climatici”.
“Ciò che fa ben sperare – prosegue Galletti – è una nuova e profonda consapevolezza globale del problema: basti pensare alla rapidità con cui si è attivato l’accordo di Parigi rispetto ai tempi con cui entrò in vigore quello di Kyoto, ben meno vincolante e impegnativo solo per pochi Stati: 8 mesi contro 8 anni”. “Altro elemento positivo – nota Galletti – è attenzione ai processi ambientalmente sostenibili da parte di un sistema produttivo che, a partire dalle grandi realtà internazionali, si sta avviando con spirito innovativo sulla strada della decarbonizzazione e dell’economia circolare”.
“L’Italia e l’Europa – conclude il ministro – sono e continueranno a essere motori di questo necessario e irreversibile cambiamento di modello economico globale”.

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