Strategia italiana sulla bioeconomia, pronti, via!

Ieri presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma è stata ufficialmente presentata la strategia nazionale sulla bioeconomia, in concomitanza con la Giornata Informativa Nazionale del bando 2017 dell’iniziativa Bio Based Industries Joint Undertaking – BBI JU. Obiettivo, entro il 2030 aumentare del 20% il valore della produzione e del 15% l’occupazione nel settore.


La strategia è il risultato di un lungo lavoro congiunto e multidisciplinare da parte di stakeholders istituzionali – il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – e di attori nazionali, quali l’Agenzia per la Coesione Territoriale, la Conferenza delle Regioni e i Cluster Tecnologici Nazionali SPRING* e AgriFood.
Elaborata sulla base del lavoro svolto dai gruppi Agrifood e Biobased Economy nell’ambito della Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente, la strategia mira ad offrire un quadro delle opportunità, degli strumenti attuativi e delle risposte che una bioeconomia fortemente radicata nei territori può offrire alle sfide economiche, ambientali e sociali nazionali – in linea con quanto già in atto in altri Paesi dell’Unione.
La Bioeconomia in Europa vale complessivamente un fatturato di 2.000 miliardi di euro all’anno e circa 20 milioni di posti di lavoro. In Italia, terzo Paese nell’Ue dopo Gemania e Francia, il fatturato complessivo vale circa 250 miliardi e 1,7 milioni di posti di lavoro.
Dopo i saluti di apertura del Ministro della Coesione Territoriale e del Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, gli interventi di Fabio Fava (Rappresentante Nazionale presso lo States Representatives Group BBI JU, e consigliere di SPRING), Paolo Bonaretti (Presidente del Cluster Tecnologico Nazionale Agrifood) e Catia Bastioli (Presidente di SPRING) hanno illustrato la strategia descrivendone il quadro programmatorio di contesto nazionale e gli strumenti attuativi di sostegno. A seguire, Waldemar Kütt (Head of Unit Bioeconomy della DG Research&Innovation della European Commission) e Philippe Mengal (Executive Director della Biobased Industries Joint Undertaking) ne hanno sottolineato le prospettive in ambito europeo, prima di passare la parola ai rappresentanti di tutte le istituzioni che hanno partecipato attivamente alla stesura della strategia.
Tra gli attori coinvolti il Cluster SPRING, ovvero il Cluster Tecnologico Nazionale della “Chimica Verde” SPRING – Sustainable Processes and Resources for Innovation and National Growth – nato per iniziativa di Biochemtex, Novamont e Versalis, tre realtà industriali impegnate per la messa a punto di materiali e prodotti da fonti rinnovabili, e di Federchimica, che rappresenta l’industria chimica in Italia.
“Il nostro Paese possiede già un grande patrimonio di tecnologie e know-how nel settore della bioeconomia: la strategia dimostra come poterlo consolidare, attraverso un progetto condiviso che coinvolga industria, ambiente, accademia e scuola, istituzioni, mondo del consumo e del lavoro” ha sottolineato Catia Bastioli, Presidente di SPRING. “Il percorso che abbiamo intrapreso aiuterà il Paese a focalizzarsi su un settore ricco di sfide ma soprattutto di opportunità da cogliere, perseguendo un modello di sviluppo capace di salvaguardare il capitale naturale e al contempo creare occupazione e crescita inclusiva” ha concluso Bastioli.

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