Arazzi dalla plastica riciclata a Torino fino al 15 dicembre

Parte da Torino il 31 ottobre A COLLECTION, la prima tappa di un grande progetto che intreccia la ricerca contemporanea di giovani artisti del panorama italiano alla visione creativa delle nuove tecniche di tessitura.

 

Il progetto prende forma in 10+1 affascinanti grandi arazzi contemporanei realizzati con straordinari filati ottenuti dalla lavorazione della plastica riciclata. Un’operazione per affermare come sia possibile, con la ricerca tecnologica e la creatività, unire l’attenzione per l’ambiente alla produzione di opere d’arte realizzando, da un prodotto considerato “rifiuto”, un oggetto contemporaneo di alto livello, di lusso in quanto opera d’arte.

Il progetto, curato da Chiara Casarin con gli arazzi realizzati dal Maestro tessitore Giovanni Bonotto, vede la partecipazione di dieci artisti invitati: Giuseppe Abate, Thomas Braida, Nebojša Despotović, Manuel Felisi, Alberto La Tassa, Elena Mazzi, Ruben Montini, Giovanni Ozzola, Fabio Roncato, Giuseppe Stampone.

La prima tappa di A COLLECTION, ideata da Giovanni Bonotto e Chiara Casarin nel 2018 e che a Torino vede la sua prima espressione pubblica, è realizzata in collaborazione con Opera Barolo, che ospita l’esposizione nel prestigioso Palazzo barocco sede dell’Ente collocato nel cuore storico di Torino. Da qui partirà e verrà presentato nelle più importanti e prestigiose sedi del contemporaneo internazionale in un percorso che si svilupperà nei prossimi anni.

Il progetto è la materializzazione di un semplice assunto: i filati ottenuti dal riciclo della plastica, grazie alle loro infinite cromie e matericità, possono comporre arazzi dettagliati e raffinatissimi. La plastica, proveniente per lo più dalle bottigliette che inquinano i mari, viene lavorata mediante un processo meccanico di fusione e filatura. La trasformazione della cosiddetta materia prima-seconda è condotta in maniera ecologia, sostenibile e produttiva e procede fino allo stadio finale in cui delicati sistemi di manipolazione consentono di ottenere filati che simulano alla perfezione quelli di origine naturale, anzi, le loro caratteristiche ne sono ulteriormente valorizzate.

Lo spessore, la texture, il volume possono risultare differenti a seconda della lavorazione e diventano elementi perfetti per ogni tipo di utilizzo anche, soprattutto, quello creativo. Questo processo, che ha richiesto anni di studio, è ora messo al servizio della produzione artistica contemporanea e si configura come un nuovo linguaggio per la realizzazione di opere d’arte inedite.

Un esempio di riutilizzo creativo, come quello proposto a Venezia da Holstadt per la protezione dei mari.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

In Italia è in eccesso di peso un minore su quattro, ma …

Next Story

Auto elettrica, penetrazione limitata