Europa. Rifiuti di plastica, imballaggi riciclabili entro il 2030

Nel processo di transizione verso un’economia più circolare, la commissione europea ha adottato oggi una strategia sulla plastica volta a proteggere l’ambiente dall’inquinamento da plastica e a promuovere al contempo la crescita e l’innovazione.
Ai sensi dei nuovi piani, tutti gli imballaggi di plastica sul mercato dell’UE saranno riciclabili entro il 2030, l’utilizzo di sacchetti di plastica monouso sarà ridotto e l’uso intenzionale di microplastiche sarà limitato.

Le iniziative adottate dal collegio si articolano in una comunicazione su una strategia europea sulla plastica in un’economia circolare; una comunicazione sull’interazione tra le politiche in materia di sostanze chimiche, prodotti e rifiuti; un quadro di monitoraggio per l’economia circolare; una nuova direttiva sugli impianti portuali di raccolta. Esse sono integrate dalla relazione sulle materie prime essenziali e dalla relazione sulle oxoplastiche.

 

Ogni anno, spiega la Commissione, gli europei generano 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 30 % è raccolta per essere riciclata. Nel mondo, le materie plastiche rappresentano l’85 % dei rifiuti sulle spiagge. Le materie plastiche raggiungono anche i polmoni e le tavole dei cittadini europei, con la presenza nell’aria, nell’acqua e nel cibo di microplastiche i cui effetti sulla salute umana restano sconosciuti. Basandosi sui lavori precedenti della Commissione, la nuova strategia europea sulla plastica affronterà la questione in modo diretto.
La strategia sulla plastica di oggi cambierà la progettazione, la realizzazione, l’uso e il riciclaggio dei prodotti nell’UE: troppo spesso, spiega una nota della Commissione europea, il modo in cui le materie plastiche sono attualmente prodotte, utilizzate e gettate non permette di cogliere i vantaggi economici derivanti da un approccio più circolare e arreca danni all’ambiente. Il duplice obiettivo è quello di tutelare l’ambiente e, al tempo stesso, di porre le basi per una nuova economia delle materie plastiche, in cui la progettazione e la produzione rispettano pienamente le necessità del riutilizzo, della riparazione e del riciclaggio e in cui sono sviluppati materiali più sostenibili.
Con la strategia sulla plastica, la Commissione ha adottato un quadro di monitoraggio, costituito da una serie di dieci indicatori chiave che coprono tutte le fasi del ciclo, che misurerà i progressi compiuti nella transizione verso un’economia circolare a livello nazionale e di UE.
La nuova direttiva relativa agli impianti portuali di raccolta sarà ora sottoposta al Parlamento europeo e al Consiglio per l’adozione.
I portatori di interessi hanno tempo fino al 12 febbraio 2018 per apportare il proprio contributo alla consultazione pubblica in corso.
La Commissione intende avviare la revisione della direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggi ed elaborare orientamenti per la raccolta differenziata e lo smistamento dei rifiuti perché siano pronti nel 2019.

Nello spirito del pacchetto sull’economia circolare del 2015, la strategia sulla plastica è stata elaborata da un gruppo di coordinamento principale di cui hanno fatto parte il primo vicepresidente Frans Timmermans, il vicepresidente Jyrki Katainen e i commissari Karmenu Vella ed Elżbieta Bieńkowska. Molti altri commissari sono stati coinvolti nella sua preparazione e hanno contribuito a individuare gli strumenti di intervento più efficaci in una vasta gamma di ambiti.
“Se non modifichiamo il modo in cui produciamo e utilizziamo le materie plastiche – ha dichiarato Frans Timmermans, primo vicepresidente responsabile per lo sviluppo sostenibile – nel 2050 nei nostri oceani ci sarà più plastica che pesci. Dobbiamo impedire che la plastica continui a raggiungere le nostre acque, il nostro cibo e anche il nostro organismo. L’unica soluzione a lungo termine è ridurre i rifiuti di plastica riciclando e riutilizzando di più. Si tratta di una sfida che i cittadini, le imprese e le amministrazioni pubbliche devono affrontare insieme. Con la strategia dell’UE sulla plastica stiamo inoltre propugnando un nuovo modello di economia più circolare. Occorre investire in nuove tecnologie innovative che proteggano i nostri cittadini e mantengano il nostro ambiente sicuro, senza farci rinunciare alla competitività della nostra industria.”
“Con la strategia sulla plastica – ha sottolineato Jyrki Katainen, vicepresidente responsabile per l’occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività – stiamo gettando le basi per una nuova economia circolare della plastica e orientando gli investimenti in questo senso. In tal modo contribuiremo a ridurre i rifiuti sulla terra, nell’aria e nei mari, offrendo al contempo nuove opportunità per l’innovazione, la competitività e un’occupazione di alta qualità. L’industria europea ha la grande occasione di sviluppare una leadership mondiale nelle nuove tecnologie e materiali e i consumatori hanno la possibilità di compiere scelte consapevoli a favore dell’ambiente: è un’occasione per tutti.”

Per il Wwf la strategia contro la plastica dell’Unione Europea è un primo e importante passo per combattere uno dei drammi che caratterizzano la nostra civiltà, ossia la plastica, il terzo materiale umano più diffuso sulla terra dopo acciaio e cemento.
“Purtroppo – sottolinea in una nota – l’orizzonte del 2030 appare un po’ troppo lontano rispetto ad una vera e propria emergenza che sta assumendo, giorno dopo giorno, dimensioni estremamente preoccupanti e sulla quale bisogna intervenire con urgenza.
Dagli anni ‘50 ad oggi, con l’avvio della grande diffusione dell’uso della plastica, abbiamo prodotto 8,3 miliardi di tonnellate di plastica, gettandone in natura circa 6,3 miliardi. È come se ogni abitante della Terra trascinasse con se circa una tonnellata di plastica. Il 79% di questa è finita nelle discariche e in tutti gli ambienti naturali contaminando aree remote come i ghiacci polari fino le grandi fosse marine a 10 km di profondità. Specie simbolo, come tartarughe marine e balene, sono le vittime più evidenti, ma la tossicità dei rifiuti plastici in mare sta contaminando anche le catene alimentari che arrivano fino alla nostra tavola.
Il WWF da tempo lavora per informare ed educare su questo tema decisivo per il futuro nostro e del pianeta: senza aspettare l’entrata in vigore delle nuove norme, infatti, da subito tutti possono impegnarsi per ridurre il proprio impatto adottando stili di vita ‘zero plastica’. Le alternative ci sono già e il mercato stesso offre soluzioni sempre nuove ogni giorno: dalla riduzione degli imballaggi al refill di cosmetici e prodotti per la casa.”

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