La crisi affossa la dieta mediterranea

La crisi affossa la dieta mediterranea
La crisi affossa la dieta mediterranea

Con la crisi crolla la spesa a tavola degli italiani che nel 2014 dicono addio alla dieta mediterranea, dalla pasta (-5 per cento) all’extravergine (-4 per cento), dal pesce (-7 per cento) alla verdura fresca (-4 per cento) rispetto al 2013. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli acquisti delle famiglie italiane nel primo bimestre dell’anno che aggrava il trend negativo degli acquisti in atto da anni secondo l’Ismea. I prodotti base della dieta mediterranea – sottolinea la Coldiretti – sono quelli che hanno maggiormente subito il taglio della spesa alimentare che in media è stato pari al 2% e non ha risparmiato nessun prodotto della tavola. In controtendenza solo il vino che registra un aumento della spesa del 3% a fronte pero’ di un calo nel numero di bottiglie acquistate per effetto della tendenza degli italiani a bere meno ma meglio.

La spesa alimentare è la seconda voce del bilancio familiare dopo la casa e non stupisce che l’effetto più eclatante della riduzione del potere di acquisto sia stato proprio il taglio nei consumi alimentari che sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981 sulla base dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell’Istat. A cambiare è stata anche la composizione della spesa per effetto della crisi che ha costretto le famiglie ad una profonda “spending review del carrello” che potrebbe avere pesanti conseguenze anche sulla salute. Pane, pasta, pesce, frutta, verdura, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari si sono dimostrati infatti un elisir di lunga vita per gli italiani: nel corso di dieci anni sono piu’ che raddoppiati (+138%) gli ultracentenari presenti in Italia che puo’ contare su 15080 over 100 secondo l’ultimo censimento della popolazione elaborato dall’Istat nel 2011 ed oggi gli italiani sono tra i piu’ longevi del mondo con una vita media che ha raggiunto i 79,4 anni per gli uomini e a 84,5 per le donne.
Ma il futuro è preoccupante con gli acquisti di frutta e verdura che per esempio nel 2013 sono crollati al minimo da inizio secolo con le famiglie che sono state costrette a mettere oltre 100 chili di ortofrutta in meno nel carrello, rispetto al 2000, secondo le analisi della Coldiretti dalle quali si evidenzia un drammatico calo del 18% nelle quantità consumate dalle famiglie che hanno portato sulle tavole appena 320 chili di ortofrutta nel corso del 2013. Una situazione preoccupante poiché la raccomandazione del Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per una dieta sana e quella di mangiare piu’ volte al giorno frutta e verdure fresche per un totale a persona di almeno 400 grammi, ma – sostiene la Coldiretti – in Italia la quantità consumata e scesa purtroppo al di sotto, con situazioni piu’ preoccupanti per i bambini. Il numero dei bambini e adolescenti che mangia frutta e verdura a ogni pasto è sceso al 35% a fronte del 37% nel 2012, mentre quelli che la mangiano una volta al giorno sono passati al 35 %, contro il 39%, e si registra anche un aumento di coloro che non l’assumono o lo fanno un massimo di 2 volte a settimana (31% contro il 24).
A cambiare – continua la Coldiretti – è in realtà anche il livello qualitativo degli alimenti acquistati con una tendenza a preferire i cibi a basso prezzo che non sempre offrono le stesse garanzie di qualità alimentare. Una conferma viene dal fatto che le vendite dei cibi low cost nei discount alimentari sono le uniche a far segnare un aumento consistente nel commercio al dettaglio in Italia con un +2,9% nel bimestre 2014 secondo l’Istat.

 

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