Latte, le richieste di Martina alla Ue

Latte, le richieste di Martina alla Ue
Latte, le richieste di Martina alla Ue

“Oggi a Bruxelles abbiamo ribadito che l’intervento straordinario da 500 milioni sui settori del latte e della carni, deciso a settembre, va rafforzato e abbiamo proposto di lavorare da subito sull’etichettatura per valorizzare l’origine della materia prima nei prodotti derivati dal latte. Questo è uno dei punti cardine emersi dal vertice che abbiamo avuto a fine agosto con Francia, Spagna e Portogallo e serve accelerare per dare trasparenza ai consumatori e risposte agli allevatori. Ci aspettiamo quanto prima anche delle risposte dal gruppo di lavoro del Commissario europeo per rafforzare gli strumenti contro le pratiche sleali di mercato, su questo fronte a livello nazionale andiamo avanti con l’Antitrust”.
Così il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina all’uscita dal Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura che si è svolto oggi a Bruxelles.

“Mi auguro – ha proseguito il Ministro – che il dialogo sul prezzo del latte riprenda rapidamente. Non siamo stati per nulla soddisfatti della mancata intesa della settimana scorsa, soprattutto per l’atteggiamento dell’industria che doveva fare di più. È necessario riprendere presto una discussione di merito che faccia fare concreti passi in avanti su questo fronte. È fondamentale la tutela dell’anello più debole di questa filiera, vale a dire i produttori. Su questo fronte il Governo resta in campo per salvaguardare il reddito dei 35 mila allevatori italiani”.

Nelle ultime settimane la mobilitazione degli operatori del settore italiani si erano fatte più pressanti, con mobilitazioni e proteste, sospese temporaneamente dopo la strage di Parigi di venerdì scorso.
“I prezzi praticati dagli operatori a valle della filiera del latte fresco – aveva denunciato Coldiretti – sono iniqui e gli allevatori manifestano evidenti segni di difficoltà perché non riescono a coprire neanche i costi di produzione, come invece prevede la legge 91 del luglio 2015. Siamo di fronte ad un evidente squilibrio contrattuale tra le parti che determina un abuso, da parte dei trasformatori, dovuto alla loro maggiore forza economica sul mercato, con imposizione di condizioni ingiustificatamente gravose.”
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