Libri, l’Italia selvaggia

Bivacco di Bocchetta di Campo in piena Val Grande

Altreconomia presenta “L’Italia selvaggia”, guida alla scoperta di luoghi incontaminati, paesaggi solitati e silenziosi, in libreria dal 17 maggio.
Decine di luoghi dove fare wild swimming, rotolare dalle dune, inerpicarsi su sentieri solitari, esplorare canyon e forre.
Una vera e propria bussola per orientarsi tra valli perdute, montagne intatte, coste solitarie, acque limpide, canyon nascosti, dove è possibile vivere qualche ora (o qualche giorno) in una condizione di “deserto” e di sospensione del tempo storico, al solo cospetto della natura e di noi stessi.

16 aree selvagge – Un vasto repertorio di aree, ambienti, paesaggi, plaghe dove l’Antropocene non è arrivato. Sono 16 le aree selvagge di questa nuova edizione – aggiornata e arricchita da nuove mete – dal Nord al Sud dell’Italia, isole comprese: la mitica Val Grande e poi Valle Cervo, Val Codera, Val di Vesta, Lagorai, Val Tramontina, Dolomiti Bellunesi, Fosso del Capanno, Valle dello Scesta, Cicerana, Majella, Monti della Meta-Mainarde, Orsomarso, Aspromonte, Cava d’Ispica, fino al Supramonte cantato da De André.

La prefazione di Franco Michieli – Se è vero che l’Italia non possiede gli spazi interminabili di altri Paesi e Continenti, le “dimensioni” del selvaggio in fondo non sono così importanti. Scrive nella bella prefazione Franco Michieli, geografo, autore di “La vocazione di perdersi” (Ediciclo): “Non dobbiamo quindi chiederci fino a che punto un ambiente in cui ci inoltriamo sia oggettivamente selvaggio (di solito non lo è del tutto), ma come esso ci possa parlare di sé, delle nostre antiche radici e di noi stessi. Incontrare la wilderness significa entrare in una relazione selvatica, ovvero percepire e reagire per mezzo del nostro corpo e della nostra psiche, indipendentemente da dove ci troviamo.”

Uno strumento per tutti – “L’Italia selvaggia”è però un libro pensato e scritto per tutti, non per ironman, né per alpinisti estremi o esploratori spericolati: è uno strumento per chi alle imprese epiche preferisce le scelte etiche. Una guida di “turismo responsabile”, non solo perché parla di natura incontaminata o perché segnala numerose strutture che ne adottano i criteri, ma anche perché propone percorsi adatti alle nostre capacità e perché invita a vedere la natura non come “bene di consumo” ma come “bene comune”.

Il decalogo – La prima parte del libro – oltre a dichiarare lo spirito della guida – fornisce il “decalogo” delle indicazioni pratiche per partire in piena sicurezza: la preparazione del viaggio, lo zaino ideale – che cosa non si può dimenticare, dai vestiti al cibo -, la documentazione essenziale, le mappe più affidabili, l’eventuale e opportuna tecnologia, la scelta di una buona compagnia o le condizioni per andare in “solitaria”.

Le schede – Le ampie schede delle 16 aree selvagge offrono nell’apertura i “buoni motivi” per cominciarne la scoperta: una sorta di mappa concettuale e fotografica che prelude a una descrizione minuziosa di itinerari e sentieri, bellezze naturali, paesaggi, flora e fauna, gastronomia. Ma a rendere straordinaria l’Italia selvaggia, ma sono anche la Storia, le storie e gli uomini che l’hanno percorsa. Lo dimostrano le preziose interviste alle persone che vivono o frequentano questi luoghi, i “genius loci”, le persone che conoscono davvero il territorio. La memoria e i segni delle guerre e della Resistenza o semplicemente la quotidianità di chi qui viveva e lavorava non fa che arricchire il fascino di valli e montagne.

Gioielli naturali – La nuova edizione propone il fascino dei Piani Eterni delle Dolomiti Bellunesi e la Majella, la montagna Madre, ascetica e ricca di luoghi sacri quasi come il Tibet. E poi pietre grezze come la Val Codera, l’unica valle alpina abitata tutto l’anno senza una strada carrozzabile dove agirono le Aquile Randagie, gli scout clandestini. O Cava d’Ispica, 14 chilometri di canyon dominato da una natura rigogliosa, aranceti e macchia, nello splendore della Sicilia. Si passa poi dai grandi spazi della Val Grande, l’area selvaggia per eccellenza alle fiumare dell’Aspromonte, dall’incontro con i camosci di Fosso del Capanno albearwatching della Cicerana, dai pini loricati dell’Orsomarso ai ginepri del Supramonte, dai laghi gelidi del Lagorai alle pozze smeraldine della Val Tramontina.
Ogni scheda, corredata una foto principale e una piccola gallery, contiene inoltre tutte le informazioni essenziali: come arrivare, da dove partire, dove dormire – in riufugi e bivacchi – e che cosa mangiare; quali sono le mappe più affidabili cartaceee oppure scaricabili, la presenza di acqua potabile e di fonti, il campo dei cellulari, una piccola bibliografia e una raccolta di siti web per approfondire. Una parte importante è dedicata agli itinerari che abbiamo scelto – fra i tanti – per voi, nessuno “estremo”, ben descritti e dettagliati. Il testo grazie a piccole icone permette di identificare i temi principali, dai percorsi ai punti d’interesse.

I capitoli “tematici” – Chiudono il libro offrono invece un ampio censimento di decine di altri tra i più spettacolari paesaggi del nostro Paese: le acque interne, fiumi, torrenti e cascate dove farewild swimming, i solchi della terra, calanchi, gole e tagliate, le foreste ataviche e i loro alberi secolari, i tratti di mare più preservati, nei limiti del possibile, le aree protette – anche minuscole – e le “aree wilderness” che spesso rappresentano un patrimonio inestimabile e un presidio per la biodiversità animale e vegetale.

Wilderness – In sintesi, attraverso il ritorno alla natura, questa guida invita a guardare al nostro paesaggio interiore. E se è vero che lawildernessè anche“uno stato d’animo”, ci dispone a sperimentarlo. Scrive ancora Franco Michieli: “Come noto, anche un libro, come la natura, non mostra un significato identico a tutti, ma ciascun lettore trova specifici messaggi scoprendo nella narrazione qualcosa che lo riguarda, e che l’autore non poteva conoscere. Le proposte appassionate degli autori di questa Italia selvaggia sono dunque una grande opportunità che ciascuno può cogliere in modo diverso, e che esistono grazie alla bellezza naturale che nel nostro Paese, nonostante tutto, resta eccezionale”.

L’autriceElisa Nicoli, nata a Bolzano nel 1980, è “docente” in saponi, detersivi e cosmetici autoprodotti, autrice di documentari, scrittrice e camminatrice. Dal 2008 scrive per il mensile Altreconomia e per l’omonima casa editrice, con cui ha pubblicato “L’erba del vicino”, “100 cult in padella”, il best seller “Pulizie creative”, “Questo libro è un abat-jour” (coedizione Ponte alle Grazie) e il recente “Bolle in libertà”. Per Ediciclo ha scritto “Senza pesare sulla terra”. Dal 2015 collabora come documentarista, scrittrice, fotografa per l’IDM Südtirol-Alto Adige, prevalentemente per il sito www.storiedavivere.it e www.wasunsbewegt.com. Lavora inoltre dal 2011 come documentarista e fotografa con l’artista Hannes Egger. Il suo sito è elisanicoli.it

Hanno collaboratoEnrico De Luca dal 2003 lavora a ViaggieMiraggi inventando itinerari e partenariati con progetti in tutto il mondo. Gestisce il B&B Cervovolante in Valle Cervo, dove accogliere e dare pace a silenzio in mezzo al bosco a chi ne è in cerca.
Alessia de Iure vive e lavora a L’Aquila. È archeologa e guida turistica della Regione Abruzzo. Si occupa di valorizzazione del patrimonio storico-artistico e naturalistico del territorio regionale e organizza itinerari di turismo responsabile.
Paolo Iannicca vive e lavora a Pescasseroli (AQ). È membro dell’AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche), è Accompagnatore di Media Montagna e si occupa di riprese e fotografia naturalistica.

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