Unesco, patrimonio immateriale. Pizza (anche petalosa) sempre più vicina

Unesco, patrimonio immateriale. Pizza sempre più vicina
Unesco, patrimonio immateriale. Pizza sempre più vicina

La Commissione nazionale italiana per l’Unesco ha scelto di confermare all’unanimità la candidatura dell’arte dei pizzaiuoli napoletani per la Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. Il dossier sarà valutato dall’Unesco nel corso del 2017 e l’esito sarà noto entro dicembre 2017.

“Sono molto contento che la Commissione nazionale Unesco abbia confermato la candidatura di una tradizione così importante per il nostro Paese.

Prosegue anche così – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – il nostro lavoro di valorizzazione del Made in Italy dopo Expo Milano 2015. L’arte dei pizzaiuoli rappresenta un simbolo di italianità nel mondo e questa candidatura dimostra ancora una volta l’impegno del governo di proteggere e promuovere, in tutti i contesti mondiali, le tradizioni agroalimentari italiane”.
“È con grande soddisfazione – ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio, promotore della campagna #pizzaUnesco e già Ministro dell’Agricoltura – che ho accolto questo importante voto. Ringrazio gli oltre 850.000 firmatari della petizione, tutte le associazioni che hanno aderito e in particolare la Commissione Italiana Unesco e tutti i ministeri che hanno espresso un voto unanime per questa candidatura. Ora serve il massimo impegno per ottenere l’iscrizione nel registro mondiale e la tutela di questa tradizione che riguarda uno dei prodotti più noti al mondo”.
Per festeggiare la candidatura, intanto, su iniziativa della Coldiretti è stata sfornata alla rassegna “Verdi Passioni” di ModenaFiere la prima pizza petalosa 100% italiana.
L’iniziativa avviene nel corso della mobilitazione straordinaria nel week end per raccogliere le firme nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica lungo tutta la Penisola per raggiungere l’obiettivo complessivo di un milione di firme da presentare il 14 marzo a Parigi dove si incontrera la Commissione internazionale per valutare l’ingresso nella Lista Unesco del patrimonio culturale immateriale dell’umanita”. Ora si apre infatti un negoziato internazionale che coinvolgera’ quasi 200 Paesi con valutatori indipendenti che saranno chiamati ad esaminare la candidatura che è la prima a riguardare una tradizione connessa ad una produzione alimentare. Una novità che riguarda anche la pizza “Petalosa”, la prima pizza di primavera dedicata alla donna con fiori commestibili (viola del pensiero, viola cornuta, bocca di leone, calendula), e con tutti ingredienti italiani, dalla farina al pomodoro, dall’olio alla mozzarella, realizzata dalle agrichef Stefania Nobili dell’agriturismo Casa Minelli di Pavullo nel Frignano (Modena) e Nazzarena Ferretti dell’azienda agricola “il Filo della Polenta” di Reggio Emilia. L’impegno degli agricoltori a sostegno della candidatura della pizza è volto a garantire l’originalità Made in Italy degli ingredienti utilizzati. Oggi in Italia quasi due pizze su tre (63 per cento), secondo una indagine Coldiretti sono ottenute da un mix di farina, pomodoro, mozzarelle e olio provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori. L’obiettivo – sottolinea Coldiretti – è garantire pizze realizzate a regola d’arte, con prodotti genuini, provenienti esclusivamente dall’agricoltura italiana, e combattere anche il rischio dell’agro-pirateria alimentare a livello internazionale e dell’appropriazione indebita di identità. Troppo spesso viene servito un prodotto preparato con mozzarelle ottenute non dal latte, ma da semilavorati industriali, le cosiddette cagliate, provenienti dall’Est Europa, pomodoro cinese o americano invece di quello nostrano, olio di oliva tunisino e spagnolo o addirittura olio di semi al posto dell’extravergine italiano e farina francese, tedesca o ucraina che sostituisce quella ottenuta dal grano nazionale.

Se l’arte della pizza verrà iscritta al patrimonio immateriale culturale dell’Unesco diventerebbe il settimo “tesoro” italiano ad essere iscritto nell’elenco rappresentativo del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la Vite ad albarello di Pantelleria (2014).

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