Chi ha ucciso le rinnovabili?

Chi ha ucciso le rinnovabili?
Chi ha ucciso le rinnovabili?

Chicco Testa, Giulio Bettanini e Patrizia Feletig propongono un “giallo” dalle tinte fosche, tema del libello, allegato a formiche di marzo e disponibile sul sito www.assoelettrica.it, “la storia come non ve l’hanno mai raccontata del green business del fotovoltaico in Italia”. Dopo il boom degli scorsi anni, ora il settore appare in seria difficoltà: aziende che chiudono, posti di lavoro che saltano. Scrive Testa: “La colpa è di un sistema di sovvenzioni al solare fuori controllo che ha scatenato una vera e propria ingordigia e mandato fuori controllo i costi dell’elettricità consumata da milioni di utenti.

Noi pensiamo che si sia trattato di un pessimo intervento di cosiddetta “politica industriale”, un cedimento alla pressione di diversi gruppi di interesse, che hanno utilizzato ingenti risorse in modo del tutto inefficiente e ingiusto.”
Il costo cumulato annuo degli incentivi dati all’energia fotovoltaica è ad oggi di 6,5 miliardi, centotrenta nei prossimi 20 anni. Cifre che, sostengono gli autori, si sarebbero potute destinare a interventi critici quali, ad esempio, la risoluzione del problema della gestione dei rifiuti. Di più, un solo miliardo all’anno allo sviluppo tecnologico avrebbe creato le condizioni per dare all’Italia la leadership del settore nel mondo. Invece ci si è limitati, in larga parte, a comprare pannelli dalla Cina e dalla Germania.
Allora tutto da rifare? Addio al solare?
No, ma ci sono delle condizioni. “Un’innovazione tecnologica – si legge – per essere “utile” deve essere pervasiva, in grado di autosostenersi e di essere liberamente scelta per ragioni di convenienza. Perché migliora la produttività complessiva di un sistema. Così è stato per tutte le grandi innovazioni dell’ultimo secolo. L’energia fotovoltaica non ha raggiunto ancora questo stadio. Cammina con i sussidi. Appena si riducono o spariscono, rallenta o si ferma. Ma i margini di miglioramento sono ancora alti e produrranno sicuramente risultati nei prossimi anni, soprattutto se i grandi Paesi industriali, Usa prima di tutto, che ad oggi hanno una potenza solare pari ad un terzo di quella italiana (!), si impegneranno seriamente sul fronte della ricerca e sviluppo.
Tre ci paiono le direzioni da perseguire. Aumento dell’efficienza, possibile con varie tecnologie. Prevedibilità , cioè capacità di ridurre al minimo i fattori di incertezza, dovuti al continuo variare delle condizioni atmosferiche. Capacità di immagazzinamento dell’energia elettrica, così da sfruttare al meglio i picchi di produzione e avere disponibile l’energia immagazzinata anche nelle ore in cui il sole è assente. Tutto questo sarà possibile se al contempo l’energia fotovoltaica sarà parte integrante del sistema elettrico. Ne condividerà gli oneri e non solo i benefici.”

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