Come funziona un salvavita elettrico: dall’intervento alla funzione di riarmo

Il salvavita elettrico è un dispositivo fondamentale tanto nei contesti civili, e nello specifico residenziali, quanto nei contesti industriali. Protegge infatti esseri umani e macchine dai sovraccarichi e dalle dispersioni di corrente, preservando l’incolumità dei primi e l’integrità dei secondi.

In questa guida forniamo un approfondimento sui salvavita. Descriveremo il loro funzionamento, le dinamiche di intervento e le applicazioni. Parleremo anche del riarmo automatico, una funzione essenziale soprattutto in ambito industriale.

Il salvavita elettrico nei contesti industriali e domestici

Il salvavita, detto anche interruttore differenziale, è un dispositivo che interrompe il flusso di energia elettrica verso un sistema quando si verificano determinate condizioni. Nella maggior parte dei casi queste consistono…

  • Nel sovraccarico, ovvero l’entrata nel circuito di una quantità di energia superiore al consentito.
  • Nella dispersione di corrente, ovvero le “perdite di elettricità”, la quale – in una misura variabile – entra nel sistema ma non riesce a raggiungere i dispositivi.

Tanto nei contesti civili quanto in quelli industriali, il salvavita permette di ridurre i costi energetici. Il motivo di ciò risiede proprio nella risposta alle dispersione di corrente, che in ogni caso sono responsabili di un aumento dei consumi, il quale però non corrisponde a un effettivo utilizzo dell’energia elettrica.

Più specificatamente nei contesti civili e residenziali, ma in una qual misura anche in quelli industriali, il salvavita funge da fattore di protezione per le persone. Riduce il rischio di incidenti causati dal sovraccarico, che può portare al cortocircuito e quindi alla comparsa di incendi.

Per quanto concerne i contesti industriali, il salvavita si rivela decisamente utile per prevenire guasti alle apparecchiature, i quali possono essere causati proprio dal sovraccarico.

Cos’è il riarmo automatico

In questa prospettiva, assume un’importanza decisiva quella che può essere considerata come una “funzione aggiuntiva” del salvavita: il riarmo automatico. Esso consiste nella ripresa automatica delle operazioni, e quindi nell’apertura del circuito, una volta che le condizioni che hanno determinato la sua interruzione sono cessate. Il riarmo automatico è raro nei salvavita residenziali, mentre è molto presente nei salvavita a uso industriale, o comunque produttivo. Infatti, si rivela molto utile quando:

  • L’uso dell’energia elettrica dev’essere continuo, in quanto anche le più piccole interruzioni possono generare conseguenze nefaste.
  • Il salvavita è ubicato in siti lontani o poco accessibili, e quindi risulterebbe scomodo e dispendioso procedere con il riarmo manuale.

Alla luce di ciò, le applicazioni più consone del riarmo automatico sono le stazioni meteorologiche, gli impianti di telecomunicazioni nelle zone montuose, gli impianti di allarme, i data center, gli impianti industriali, le serre, i magazzini refrigerati e altro ancora.

Le differenze tra i salvavita domestici e i salvavita industriali/a uso produttivo tuttavia non si limitano alla presenza e all’assenza della funzione di riarmo automatico. Un buon discrimine è rappresentato anche dalla soglia, ovvero dalla quantità di energia elettrica in entrata che determina l’intervento del salvavita medesimo.

In genere, i salvavita domestici intervengono una volta raggiunti i 30 mA, anche se potrebbero intervenire anche a 15 mA. I salvavita industriali intervengono in genere dai 100 mA in poi. Ovviamente, dipende dalla “potenza” del sistema, e quindi dalla sua capacità di gestire carichi importanti.

Le segnalazioni e gli allarmi del salvavita elettrico

Il salvavita elettrico è dotato di un’interfaccia in grado di trasmettere molte informazioni. Idem per il suo “comportamento”. Ecco un prospetto.

  • Posizione della leva. Quando è abbassata, vuol dire che il salvavita è già intervenuto.
  • Colore della spia. Se la spia è verde, il circuito sta funzionando normalmente. Se la spia è rossa, il salvavita ha rilevato un’anomalia.
  • Frequenza degli interventi. Se il salvavita interviene spesso, è presente un dispositivo che causa dispersione di corrente.
  • Movimento automatico della leva. Se la leva tende a posizionarsi automaticamente verso il basso, sancendo l’impossibilità del riarmo, significa che l’anomia che ha causato l’intervento del salvavita è ancora in corso.
  • Rumore simil-clic. E’ il segnale acustico dell’intervento del salvavita. Molto banalmente, è il rumore che leva genera quando si abbassa repentinamente.
  • Temperatura al tatto. Se il salvavita è freddo, potrebbe non significare nulla. Se è caldo, significa che il sovraccarico è stato importante e ha coinvolto persino lo stesso salvavita. In questo caso, è bene contattare immediatamente un elettricista.

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