Si chiama Water Living Lab l’impianto pilota nato dalla collaborazione tra il Gruppo Hera, Medica Spa, leader nella produzione di apparecchiature biomedicali, e il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), in grado di rimuovere i microinquinanti emergenti potenzialmente presenti nelle acque da trattare ad uso idropotabile.
La centrale di Pontelagoscuro (Ferrara), spiega Hera, che preleva acqua direttamente dal fiume Po e la rende potabile attraverso una filiera di trattamento completa e sicura, idonea ad accogliere sperimentazioni su scala industriale, è l’impianto gestito dalla multiutility in cui è stato installato il nuovo sistema, che si avvale di materiali innovativi, derivanti dal recupero di prodotti di scarto dell’industria biomedicale.
Il Water Living Lab, cardine del progetto Life Remembrance (per un investimento di oltre 2,5 milioni di euro, di cui 1,2 milioni finanziati dal programma europeo LIFE) è stato presentato questa mattina dal Direttore Centrale Reti del Gruppo Hera Alessandro Baroncini, dalla Responsabile Laboratorio di Medica e coordinatrice del progetto Letizia Bocchi e da Manuela Melucci, ricercatrice dell’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isof) e Technical Manager del progetto. Sono intervenuti anche la vicepresidente nonché assessore alla Transizione Ecologica della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo, la rappresentante di Water Europe, Maria Cristina Pasi e il presidente del Consiglio comunale di Ferrara, Lorenzo Poltronieri.
Un impianto all’insegna dell’economia circolare
Il Water Living Lab è stato progettato e realizzato in team da Gruppo Hera, Cnr-Isof di Bologna e Medica, azienda di Medolla (MO) che produce apparecchiature biomedicali e che oggi vanta tra i suoi principali obiettivi strategici lo sviluppo di nuove tecnologie applicabili alla filiera di trattamento delle acque.
In particolare, l’innovativo impianto utilizza granuli polimerici contenenti grafene derivati dalla lavorazione di membrane inutilizzate dell’industria biomedicale che, inseriti in appositi serbatoi in cui viene fatta confluire l’acqua, sono in grado di trattenere ed eliminare eventuali microinquinanti. In questo modo un materiale altamente pregiato, ma di scarto, viene valorizzato e riutilizzato nel ciclo di potabilizzazione, diventando risorsa ed esempio virtuoso di economia circolare.
I test di laboratorio effettuati presso il Cnr-Isof di Bologna sui nuovi materiali hanno dimostrato una maggiore efficacia su piccola scala nella rimozione di microinquinanti (tra cui composti chimici industriali PFAS, farmaci, cosmetici e antiparassitari) rispetto ai carboni attivi granulari.
Ora, attraverso la deviazione di una piccola parte di acqua trattata dal potabilizzatore, allo stato naturale o alterata ad hoc per il progetto, la nuova strumentazione sarà quindi in grado di studiare le performance di rimozione degli inquinanti emergenti da parte dei nuovi materiali in ambiente e matrice reali.
Lotta ai microinquinanti potenzialmente presenti nell’acqua
Water Living Lab risponde alla necessità, evidenziata dal Piano di Sicurezza delle Acque, di individuare azioni di miglioramento nella gestione del rischio potenziale di inquinamento del fiume Po. Alla luce dei positivi risultati dei test di laboratorio, il Gruppo Hera ha quindi deciso di partecipare al progetto Life Remembrance sperimentando la tecnologia nella propria centrale di potabilizzazione, sebbene l’impianto di Pontelagoscuro sia già in grado di rimuovere efficacemente microinquinanti con meccanismi di filtrazione a carbone attivo, rendendo la risorsa distribuita pienamente conforme alle normative di riferimento. La multiutility, infatti, è alla continua ricerca di sistemi integrativi che possano rispondere efficacemente alle future nuove sfide richieste dal settore della potabilizzazione delle acque.
Il recente collegamento dell’impianto pilota alla linea di trattamento del potabilizzatore rappresenta un vero e proprio esempio di living lab, unico in Italia, e consentirà la validazione della tecnologia, già testata con ottimi risultati in scala di laboratorio, in ambiente reale.
Collaborazione tra industria e ricerca
Il progetto costituisce un’importante esperienza di collaborazione tra imprenditoria e ricerca. Il Gruppo Hera è il partner industriale che ha fornito, oltre alle proprie competenze nel settore della potabilizzazione, anche la “location” per testare sul campo la tecnologia. Medica Spa ha invece sviluppato la tecnologia di processo dopo aver ricevuto dall’Unione Europea il finanziamento per la costruzione dell’impianto pilota, mentre il Cnr ha pubblicato i risultati della sperimentazione (già brevettata) e contribuirà alla validazione dei materiali attraverso i test in ambito Water Living Lab.
“La gestione virtuosa della filiera dell’acqua è per noi una priorità – commenta il Direttore Centrale Reti del Gruppo Hera, Alessandro Baroncini – Nei territori serviti dalla multiutility, che gestisce quasi 400 impianti di potabilizzazione, vengono infatti effettuate più di 3.200 analisi al giorno per garantire alle comunità un servizio completo e sicuro. Questa sperimentazione si inserisce quindi nel percorso di innovazione che da tempo abbiamo intrapreso per raggiungere sempre maggiori livelli di efficienza, sicurezza e qualità, confermando la vocazione fortemente industriale dei processi afferenti il ciclo dell’acqua, e la necessità che nel Paese siano solide realtà come la nostra ad averne la gestione. Nel piano industriale al 2027, che prevede investimenti complessivi per oltre 4,4 miliardi di euro, circa 1,2 miliardi saranno destinati al ciclo idrico integrato. Gli investimenti comprendono anche interventi per affrontare le criticità legate all’approvvigionamento d’acqua in un contesto sempre più siccitoso e preservare quindi la preziosa risorsa idrica”.
“La collaborazione creatasi nell’ambito del progetto Life Remembrance tra Medica, Cnr ed Hera rappresenta un esempio ed un’opportunità unica, che ci aiuta a comprendere le potenziali applicazioni trasversali di prodotti anche secondari, derivati in questo caso da membrane utilizzate nel settore biomedicale. Sinergie di questo genere sono particolarmente preziose per gestire tematiche ambientali urgenti a partire da dati e casi concreti”, spiega Letizia Bocchi, Responsabile Laboratorio di Medica Spa.
“Vedere una tecnologia sviluppata nei nostri laboratori approdare in un impianto reale e diventare un prodotto innovativo e sostenibile – conclude Manuela Melucci, ricercatrice del Cnr-Isof– nonché poter contribuire a validare questo prodotto nel potabilizzatore Hera a beneficio futuro di tutti i cittadini, è per noi ricercatori un grande privilegio. Solo con collaborazioni multidisciplinari, sinergie pubblico-privato e con il supporto locale ed europeo riusciremo ad accelerare il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile”.