Energia e ambiente. Carbone, quale bilancio

Carbone, quale bilancio
Carbone, quale bilancio

In Italia le centrali a carbone in attività sono 12 e pesano per il 40% delle emissioni dell’intero comparto termoelettrico pur contribuendo alla produzione di elettricità per il solo 13,5%. 

L’Italia ha una sovrabbondanza di centrali termoelettriche. A fronte di un picco massimo mai raggiunto di 59,126 GW (record del 21 luglio 2015), abbiamo una capacità di produrre energia pari a circa 122 GW, cioè oltre il doppio.
I dati sono stati diffusi dal WWF in occasione della Conferenza “Parigi chiama La Spezia: salvare il clima, chiudere con il carbone, aprire a nuove opportunità” che si è tenuta oggi a La Spezia, organizzata da WWF Italia e Comitato SpeziaViaDalCarbone.
C’è dunque tutta la possibilità di tagliare, sostiene il WWF, e infatti si sta andando verso la chiusura di un certo numero di centrali, anche a carbone.

Per questo il WWF, in Italia e in Europa, ha chiesto che si definiscano degli standard di emissione per le centrali e che oltre un certo livello di emissioni per kWh prodotto le centrali vengano chiuse. Tra le centrali a carbone, spiegano, quelle che vanno chiuse subito sono quelle che stanno producendo maggiori danni, essendo anche le più obsolete. Tra queste, spiccano quelle di Vado Ligure e di La Spezia, all’interno dei centri abitati, vecchie e con enormi problemi ambientali. Vado Ligure è stata chiusa dalla Magistratura a La Spezia, invece, ancora si tergiversa, non si sono ancora adottate le Migliori Tecnologie Disponibili per la riduzione delle emissioni al camino e non c’è alcun progetto di copertura dei carbonili. L’impianto si vuole continuare ad usare per l’intero periodo che separa dalla scadenza dell’AIA, vale a dire fino al 2021. Per il WWF E’ inaccettabile tenere aperta una centrale tra le più vetuste e inquinanti, inserita in un quartiere molto popoloso, con il pontile di scarico del carbone a 50 metri da una scuola dell’infanzia. Così facendo, inoltre, si blocca la possibilità e la capacità del territorio di pensare e promuovere alternative occupazionali, non solo per assorbire la manodopera dell’indotto (quella della centrale non sarebbe comunque licenziata) ma per offrire nuove possibilità di occupazione.
Parlando ancora di numeri, per ogni milione di dollari investito, il carbone produce 1,9 posti di lavoro. Riconvertire con l’efficienza energetica gli edifici ne porta ben 7, il trasporto pubblico 11.
Proprio sulla necessità di tagliare il carbone in Italia il WWF ha lanciato la campagna “Save the Climate, Save the Humans” http://www.wwf.it/clima dove si chiede a tutti di firmare la petizione al Presidente del Consiglio perché realizzi un piano di rapida uscita dal carbone che preveda tappe precise e standard ambientali davvero efficaci, che impediscano agli operatori di privilegiare l’uso delle centrali a carbone che emettono più CO2.

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