Federmanager, Bologna: serve un nodo autostradale (passante) a prova di Agenda Onu 2030

La città di Bologna è da anni alle prese con la necessità di potenziare il nodo autostradale che attraversa la città. Un progetto già approvato esiste – il cosiddetto Passante di Mezzo Evoluto – ma sono in tanti ad avere dei dubbi, anche sulla sostenibilità dell’opera.
A presentare uno studio in merito è stata Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna, organizzazione che riunisce oltre 3200 manager sul territorio, invitata da Rete Civica e da Bologna Foum Civico, attori politici attivi nel capologo emiliano.

Un’opera di importanza nazionale

“Rete Civica ha ritenuto fondamentale aprire una discussione sul passante di Bologna, in quanto l’opera non ricade solo sulla città, ma ha ripercussioni su tutta la regione – commenta Marco Mastacchi consigliere regionale per Rete Civica – e poiché si tratta di un nodo autostradale di estrema importanza anche a livello nazionale, ciò impone maggiore responsabilità”.
“Per questo motivo – continua Mastacchi – abbiamo invitato chi su Bologna ha posto la centralità su questo tema per le prossime amministrative, quale BFC, e chi ha realizzato invece, come Federmanager, uno studio di comparazione tecnico/scientifico che dovrebbe essere base fondamentale e unico metodo per affrontare in maniera corretta i problemi di grosso impatto sulla vita e sulla salute dei cittadini di Bologna e provincia.”

Nodo autostradale Bologna

I manager per la mobilità sostenibile

Andrea Molza, Presidente Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna, dichiara: “Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna, che ho l’onore di rappresentare sul territorio, ha circa 3200 associati, tutti manager del settore industriale. Non abbiamo colori politici, ma al di là dell’assistere i nostri associati nello loro problematiche lavorative e previdenziali, ci mettiamo a disposizione della comunità con nostri manager che con il loro impegno gratuito e disinteressato cercano di contribuire alle istanze del territorio con le loro competenze che si traducono in studi e successivi dibattiti”.
“Oggi (7 maggio, ndr) – prosegue Molza – partecipiamo volentieri a questo incontro per portare il nostro punto di vista al tema sempre molto caldo della mobilità e segnatamente al tema Passante, raccontando il risultato dello studio che, dopo aver esaminato le alternative sul tavolo, ci porta a concludere che la soluzione passante Sud sia la più corretta”.
“Essendo l’argomento molto tecnico, lo abbiamo voluto affrontare con la nostra Commissione che si occupa di sostenibilità, infrastrutture, ambiente, territorio ed energia, che ha analizzato il progetto tenendo conto, appunto, di tutti questi aspetti e del loro impatto. Un progetto che rimarrà alle future generazioni non deve prescindere, al di là del costo, dalla sua sostenibilità sociale”.

Passante Sud più sostenibile

“Federmanager è stata invitata a presentare il lavoro svolto dalla sua Commissione Sostenibilità e Infrastrutture per Ambiente, Territorio ed Energia (SIATE) sulla comparazione tra le due soluzioni alternative per il Passante Autostradale del Nodo di Bologna. “Partendo dagli studi disponibili e con un approccio esclusivamente tecnico e totalmente apolitico e apartitico – commenta Roberto Pettinari, coordinatore della Commissione SIATE di Federmanager – abbiamo strutturato un documento sintetico e di intuitiva interpretazione, che valuta le due soluzioni sulla base di criteri
economici, ambientali e sociali, cioè dal punto di vista di tutti gli stakeholders, come l’agenda ONU 2030 raccomanda. La sintesi è ovviamente supportata dal documento completo, esaustivo su tutti i dati e le elaborazioni scientifiche, a disposizione di chiunque voglia analizzarlo”.
“I risultati emersi indicano chiaramente che il Passante di Mezzo (Evoluto) – prosegue Pettinari – risulta presentare indicatori di prestazione inferiori, rispetto al cosiddetto Passante Sud, rispetto a tutte le direttrici di impatto: economico, ambientale e sociale. L’opzione che emerge più sostenibile e resiliente è quella di lasciare il layout del semianello esistente sostanzialmente invariato e realizzarne la chiusura con la costruzione del Passante Sud, opportunamente aggiornato. Di più rapida realizzazione, 36 mesi contro i 64 previsti per il Passante di Mezzo. Meno costoso, circa 850 milioni contro 1.000 (1.500 dalle ultime notizie comparse sui giornali). Con un maggiore incremento della capacità dichiarata: + 45mila veicoli nel giorno medio contro i 30mila stimati per il Passante di Mezzo”.
“Il confronto evidenzia che il Passante Sud avrebbe sulla città un minor impatto sociale: sarebbe infatti necessario effettuare un numero molto inferiore di espropri e i cantieri non entrerebbero in conflitto con la vita cittadina, oltre a non disturbare il traffico attuale. Minore anche l’inquinamento urbano, in quanto diminuirebbe il flusso di veicoli in zona urbana. Maggiore la sicurezza, grazie al percorso ad anello e alle alternative di tragitto attuabili”.
“L’impatto della cantierizzazione per il Passante Sud sarebbe quasi nullo (i lavori non interessano zone urbanizzate o soggette a grandi flussi di traffico, le aree interessate hanno bassissima densità abitativa, l’esecuzione avviene per lo più in sotterranea), mentre per il Passante di Mezzo sarebbe devastante: i lavori si svolgerebbero a cielo aperto in territorio densamente popolato, con gravi rallentamenti del traffico in tangenziale e A14 e deviazioni dei flussi verso aree di viabilità urbana già congestionate.”

Ridisegnare la soluzione migliore

“La soluzione del passante di mezzo – commenta Carlo Monaco di Rete Civica – è dannosa per la città di Bologna. Non basta qualche pannello solare per renderla migliore. Noi vogliamo cominciare a trovare, e lo faremo rapidamente, la soluzione alternativa. Discutiamone apertamente e senza pregiudizi.”
“Non ci deve essere fretta nel cantierizzare proposte di questo tipo, – commenta Stefano Sermenghi di BFC – ci sono le competenze per poter ridisegnare la soluzione migliore.”

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