Green economy italiana, questa sconosciuta

Stati Generali della Green Economy in corso ad Ecomondo. La Relazione pone l’accento sulla percezione della green economy italiana a livello internazionale, analizzata con una valutazione comparata tra 80 Paesi nel mondo, realizzato dal centro di ricerca “Dual Citizen” di Washington DC. Il risultato complessivo, della media ponderata delle diverse dimensioni analizzate, porta a una discreta performance della green economy italiana, al 15° posto fra gli 80 Paesi analizzati. Ma il dato estremamente negativo e anomalo rispetto a tutti gli altri grandi Paesi europei, è il basso livello della percezione della green economy italiana a livello internazionale, che ci vede precipitare complessivamente al 29° posto (addirittura al 68° per leadership e cambiamento climatico, contro una performance che colloca l’Italia al 32° posto della classifica mondiale). Come a dire che il potenziale green del Paese è buono, ma la sua valorizzazione molto scarsa.


Guardando nel dettaglio si vede che il posizionamento delle performance dell’Italia sulla leadership e sul cambiamento climatico è al 32° posto della classifica mondiale su 80 Paesi, migliore di quella del Regno Unito (74/80), della Spagna (55/80) e della stessa Germania (36/80). Se dalle performance passiamo alla percezione in materia di leadership e cambiamento climatico, la posizione dell’Italia nella graduatoria internazionale precipita al 68° posto. La Germania, invece, risale addirittura al 1° posto, la Francia al 3°, il Regno Unito all’11°. Per quanto riguarda l’efficienza e la qualità di alcuni settori cruciali (efficienza energetica degli edifici, fonti rinnovabili, turismo sostenibile, mobilità sostenibile ed economia circolare), le performance della green economy dell’Italia sono buone (all’11° posto su 80 Paesi) e anche la percezione internazionale è discreta seppure sempre inferiore alle performance (al 20° posto su 80).Per quanto riguarda il mercato e gli investimenti per la green economy – analizzati con 4 indicatori composti (investimenti nelle rinnovabili, nuove imprese e brevetti green, rendicontazione della sostenibilità delle maggiori aziende, disponibilità di dati e informazioni green per gli investitori) – le performance dell’Italia precipitano al 41°posto e la percezione a livello internazionale è, questa volta, circa equivalente (al 40° posto) .
La qualità ambientale, fattore rilevante di una green economy, valutata con diversi indicatori (impatti dell’agricoltura, qualità dell’aria, trattamento e disponibilità delle acque, biodiversità e habitat naturali, risorse ittiche e foreste), segnala una buona posizione dell’Italia (al 21°posto su 80), ma con una percezione internazionale negativa (al 34° posto).

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