Pomodoro: la filiera italiana sostenibile, ai primi posti nel mondo

Pomodoro: la filiera italiana sostenibile, ai primi posti nel mondo
Pomodoro: la filiera italiana sostenibile, ai primi posti nel mondo

L’industria nazionale dell’oro rosso contende ora il primato a Stati Uniti e Cina. E’ di ieri infatti la notizia che il Consorzio Casalasco del Pomodoro, cooperativa agricola specializzata nella produzione e trasformazione di pomodoro da industria, ha completato il processo di fusione per incorporazione di A.R.P. – Agricoltori Riuniti Piacentini, società che opera nella coltivazione, trasformazione e distribuzione dei derivati del pomodoro nella provincia di Piacenza – dando così vita a una realtà forte e unica che si posiziona come primo

gruppo di produzione e trasformazione di pomodoro da industria in Italia.
La nuova aggregazione, con un fatturato di 270 milioni, diventa il primo player dell’«oro rosso», un settore che vede l’Italia ai vertici mondiali, con una superficie coltivata che Ismea ha stimato quest’anno in circa 72mila ettari, 5,2 milioni di tonnellate di pomodoro trasformato (in base ai dati diffusi dalle Organizzazioni di produttori e dalle associazioni industriali, Aiipa e Anicav), 170 aziende di trasformazione, per un giro d’affari di oltre 3,2 miliardi, di cui il 6o% realizzati all’estero.
L’unione si è basata – si legge in una nota dell’azienda – su criteri e valori da sempre condivisi: la natura cooperativistica delle due aziende, che identifica lo stretto legame con il territorio attraverso la coltivazione e auto-trasformazione del pomodoro; gli alti standard qualitativi e i sistemi innovativi di tracciabilità per una filiera corta e sostenibile.
“Questa operazione, che vede come protagonista la filiera agricola, – commenta Costantino Vaia, Direttore Generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro– rientra in un progetto strategico di espansione e consolidamento sui mercati internazionali. Il completamento del portafoglio prodotti e l’opportunità di nuovi canali di vendita ci permetteranno una fase di ulteriore crescita e sviluppo soprattutto sulle produzioni a nostro marchio, rendendo in questo modo Pomì un brand ancora più forte. Inoltre le sinergie gestionali e l’ottimizzazione dei processi produttivi contribuiranno a migliorare i livelli di redditività.”
Paolo Voltini, presidente del Casalasco, afferma: “Oltre ai numeri e ai valori economici espressi, questa aggregazione rappresenta un’importante dimostrazione di maturità e consapevolezza del mondo agricolo che accetta le sfide del mercato, agendo da protagonista con visione strategica.”
Inoltre, da sempre pioniere nel settore dell’agricoltura di precisione e nell’impiego di tecniche agricole sostenibili, il Consorzio Casalasco del Pomodoro ha avviato di recente un nuovo progetto altamente innovativo per la coltivazione del pomodoro – in una prima fase di sperimentazione – con l’utilizzo in campo della linea di sensori Smart Smiley progettati, sviluppati e brevettati per produrre mappe con livello di significatività e di dettaglio addirittura superiore a quanto precedentemente possibile attraverso i droni.
Il sistema permette di rendere autonomo l’operatore, ottimizzare i costi, decisamente inferiori rispetto alla tecnica di mappatura da drone, di conseguire una importante riduzione degli sprechi e dell’impatto ambientale, di aumentare le rese, migliorare la qualità del prodotto e di coltivare quindi il pomodoro in modo più efficiente e sostenibile.
“Questo progetto altamente innovativo – dichiara Costantino Vaia, Direttore Generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro – è un ulteriore tassello a supporto della mission aziendale che fa della sostenibilità uno dei pilastri fondamentali del nostro operare. Casalasco e Pomì, mettono in campo da anni azioni concrete a tutela del territorio e della filiera per ridurre sempre di più l’impatto ambientale perché da sempre crediamo che una filiera sostenibile garantisca non solo l’alta qualità del prodotto, ma anche lo sviluppo dei territori e dei soggetti in essa coinvolti”
Il Consorzio Casalasco del Pomodoro, riveste anche un duplice ruolo all’EXPO 2015: rappresenta l’intera filiera del pomodoro italiano all’interno dell’area Coldiretti del Padiglione Italia e, con il proprio brand Pomì, partecipa all’Albero della Vita raccontando i valori cardine su cui si fonda la propria attività. Qualità made in Italy, Sostenibilità certificata, Benessere per le persone e il territorio.
“L’Expo 2015 è un’opportunità unica, specialmente per un’azienda come la nostra che oggi opera sui mercati internazionali, ma che è radicata sul territorio, per raccontare cosa sta dietro il nostro operato, la storia delle persone che producono i nostri prodotti. – commenta Costantino Vaia, Direttore Generale del Consorzio – L’Italia, che è uno tra i primi produttori al mondo di pomodoro da industria, sviluppa un volume d’affari di circa tre miliardi di euro, di cui oltre il 56% è destinato all’export. Questo dimostra quanto questo settore, forse troppo spesso ignorato dai riflettori, sia decisamente rilevante per la nostra l’economia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

La casa-container è autosufficiente

Next Story

Agevolazioni fiscali, cosa succede se acquisti un box auto