Rinnovabili, analisi IREX sui 50 maggiori operatori internazionali

Eolico, Enel Green Power completa il parco di São Judas
Eolico, Enel Green Power completa il parco di São Judas

Presentata a Bruxelles la seconda edizione dell’Irex International Report “The strategies of the 50 leading companies in the global renewable energy industry”, curato da Althesys Strategic Consultants, società indipendente specializzata in consulenza strategica e ricerca sui temi dell’ambiente, dell’energia, delle utilities e delle infrastrutture.
Lo studio di Althesys ha analizzato 359 tra decisioni d’investimento, fusioni e acquisizioni, accordi di cooperazione e altre operazioni societarie, condotte dalle 50 protagoniste del settore mondiale delle rinnovabili nel 2012 e nella prima metà del 2013. L’indagine ha riguardato attività per 83,3 miliardi dollari, la maggior parte dei quali è stata destinata a investimenti in nuova capacità produttiva, con 280 impianti per un totale di 30,1 gigawatt con un costo di 69,4 miliardi dollari.

Le tendenze: il 45,1% di nuova capacità rinnovabile arriva dall’eolico onshore, i mercati emergenti rappresentano il 29,3% della nuova capacità rinnovabile, il 50% delle operazioni di fusioni e acquisizioni sono nel solare.
L’identikit dei 50 top player, che producono il 5,9% di elettricità verde del mondo e rappresentano il 15,9% degli investimenti in energie rinnovabili: 32 società tecnologiche (componenti e strumentazione), 13 utilities, 5 aziende pure renewable. 26 società sono europee, 16 da Cina e Taiwan, 5 dagli Stati Uniti. Rappresentato l’8,2% della capacità globale di energia rinnovabile.
“Analizzando le strategie dei migliori giocatori in campo, si ottiene una interessante chiave di lettura delle tendenze del settore delle rinnovabili nel suo complesso –  dice Alessandro Marangoni, CEO di Althesys e capo del team di ricerca per l’Irex International Report – Nei primi mesi del 2014 abbiamo visto come queste scelte abbiano aiutato molte imprese a imboccare la via della ripresa: la maggiore efficienza, la riduzione della sovraccapacità e lo spostamento verso mercati caratterizzati da forti investimenti nelle energie rinnovabili stanno dando buoni risultati in termini di crescita dei ricavi e di ritorno alla redditività”.
Highlights. Sebbene la gran parte dei nuovi impianti di energia pulita siano ancora installati in Europa, l’analisi mostra un ruolo sempre più importante dei mercati emergenti, pari al 31,5% delle operazioni e il 29,3% dei megawatt di capacità installata.
L’industria eolica, in particolare, è sempre più globale, con investimenti crescenti nei Paesi in via di sviluppo. È la prima volta infatti che l’importo degli investimenti nei Paesi emergenti ha superato quello in regioni industrializzate. I tassi di crescita più elevati si registrano in America Latina e Europa orientale. Focus sulla Cina, dove la produzione eolica è aumentata più dell’energia prodotta con il carbone e per la prima volta ha superato la potenza prodotta dell’energia nucleare. Si registrano contemporaneamente sovraccapacità di produzione e spinte centrifughe per i produttori più deboli, costretti a fronteggiare a una forte concorrenza sui prezzi da parte dei maggiori operatori.
Per quanto riguarda operazioni di fusione, acquisizioni e accordi di cooperazione, il segmento principale è risultato quello del solare fotovoltaico, che da solo costituisce il 40% del totale delle operazioni e il 50% in termini di megawatt. Una tendenza indotta dal rallentamento nel settore fotovoltaico e dalle ristrutturazioni e vendite delle capacità in eccesso, da parte dei produttori in difficoltà. Le operazioni di fusioni e acquisizioni hanno un ruolo rilevante anche per l’eolico, con il 43% di accordi e il 30% della capacità installata. Un risultato importante dovuto alla scelta di diverse utility di acquistare parchi eolici per espandere le loro attività sulle rinnovabili.
Un indicatore chiave dello sviluppo futuro è rilevabile dal modo in cui le aziende leader – soprattutto negli Stati Uniti e in Europa – hanno spinto sull’innovazione tecnologica.. realizzando investimenti tripli delle imprese asiatiche.
Le spese aggregate 2012 in Ricerca e Sviluppo espresse dalle imprese statunitensi ed europee, sono state di circa 2 miliardi dollari, cioè il 12,6% dei ricavi, contro i 486 milioni dollari e 4,5% dei ricavi investiti in Cina e nei paesi asiatici.
“I produttori occidentali hanno puntato molto sull’innovazione, in particolare per aumentare l’efficienza di produzione delle celle fotovoltaiche, in altre parole sulla qualità e non la quantità di prodotti solari – ha commentato Marangoni – le aziende fotovoltaiche asiatiche, invece, hanno cercato di competere con l’alta quantità e prezzi bassi.”

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