Acqua: tra siccità ed emergenza idrica

Lago di Garda.

La siccità si sta facendo sentire. Lo denuncia l’Anbi, associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue. E’ emergenza idrica in Calabria, ma le difficoltà si fanno sentire anche in altre zone, come la Puglia, la Basilicata, la Sicilia e l’Emilia Romagna.

Calabria
La diga di Farneto del Principe, nel comune calabrese di Roggiano Gravina, è il primo bacino italiano per il quale si denuncia lo stato di ingente siccità: lo fa il Consorzio di bonifica dei Bacini Settentrionale del Cosentino, che chiede, ai Ministeri competenti, l’immediata istituzione di un tavolo di crisi per la parte settentrionale e jonica della Calabria, nonché ogni utile provvedimento inerente una rimodulazione del Deflusso Minimo Vitale sul fiume Esaro, al fine di evitare pesanti ripercussioni sulle attività agricole, già bisognose di irrigazione per un’anomala siccità invernale.
La situazione d’emergenza è dovuta a precipitazioni piovose inferiori alle medie stagionali con conseguenti minori apporti fluviali, combinati a temperature invernali, insolitamente elevate nella Valle dell’Esaro.
“Comprendiamo e siamo vicini alla preoccupazione delle Organizzazioni Professionali Agricole ed al Presidente di Coldiretti, Franco Aceto in particolare, di fronte alla crescente crisi idrica calabrese, che sta pregiudicando le colture in vaste aree della regione, ma ci corre l’obbligo di ricordare che era il 31 Luglio 2017, quando ANBI presentò a Crotone la proposta di riforma regionale dei locali Consorzi di bonifica, indicandone la riduzione di numero per migliorarne l’efficienza gestionale e l’operatività nelle aree irrigue, di cui è peraltro evidente la necessità di ampliamento e chiedendo alla regione coerenza e serietà rispetto alla annosa questione dei forestali, in cui i Consorzi di bonifica e gli stessi operai forestali sono vittime in una palese sciatteria amministrativa.
A ricordarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’ANBI, che prosegue: “Da allora, però, nulla si è mosso per il disinteresse della Regione Calabria verso i temi della gestione irrigua e della prevenzione idrogeologica, aggravato da atteggiamenti autoreferenziali di alcuni protagonisti della politica e della rappresentanza locale.”

Puglia, Basilicata e Sicilia
La stessa anomala situazione si registra in Puglia (le riserve idriche sono praticamente dimezzate rispetto ad un anno fa: oggi 141,57 milioni di metri cubi; l’anno scorso, 280,01), Basilicata (riserve idriche diminuite del 30% circa: oggi 260,09 milioni di metri cubi, un anno fa 415,13), Sicilia (oggi 539,99 milioni di metri cubi, nel Febbraio 2019 erano 612,78).

Nord Italia
Per quanto riguarda il Nord, l’Osservatorio ANBI sullo Stato delle Risorse Idriche segnala che il livello del lago di Como è sceso sotto lo zero idrometrico, rimanendo abbondantemente sotto le medie stagionali come il lago d’Iseo; situazione diametralmente opposta per i laghi Maggiore e di Garda.
Si conferma una situazione idrica “a macchia di leopardo” in Emilia-Romagna, dove alla carenza idrica dei fiumi Secchia e Savio fanno da contraltare le abbondanti portate del fiume Panaro e l’acqua trattenuta nei bacini piacentini del Molato e del Tidone.
Le portate del fiume Po restano sotto la media storica, ma superiori a quelle del Febbraio 2019; tale situazione è analoga a quella registrata per i principali fiumi piemontesi (Dora Baltea, Stura di Lanzo, Tanaro).

Emilia Romagna
Il Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo, la più lunga asta irrigua italiana (133 chilometri da Selvatonica di Bondeno a Rimini), ha attivato tutti i suoi impianti di sollevamento idraulico, portando a livelli “quasi estivi”, le quote di risorsa idrica presenti all’interno dell’alveo, che serve tutto il comparto agricolo di Romagna e parte dell’Emilia Orientale.
L’avvio dell’anno, come del resto già nel 2019, si è dimostrato siccitoso e l’assenza perdurante di precipitazioni, unita alle alte temperature per il periodo, rischiavano infatti di compromettere le primissime coltivazioni di bietola appena trapiantate, le semine di cipolla e le colture a foglia invernali.
Questo scenario critico ha spinto il Consorzio C.E.R. ad accelerare i lavori di manutenzione sul canale, consentendo l’avvio anticipato dell’irrigazione a beneficio dell’intero comparto agricolo.
Quest’anno le manutenzioni invernali sono state notevolmente impattanti sulla funzionalità dell’asta irrigua: infatti, oltre agli ordinari controlli di sicurezza sulle elettropompe, è stato ricostruito integralmente un tratto di rivestimento lungo circa 1 chilometro.
Tecnicamente la manutenzione invernale, realizzata quest’anno e che proseguirà per altri cinque, impedisce il prelievo delle acque dal fiume Po; il Consorzio C.E.R. ha quindi individuato una soluzione alternativa, programmando nuove immissioni durante l’inverno, in condizioni di sostanziale emergenza, derivanti dai torrenti Santerno e Senio che, nonostante le modeste portate, hanno consentito di incrementare i livelli idrici a favore delle irrigazioni avviate già da 15 giorni soprattutto in Romagna.
Questa operazione ha risposto alle esigenze del territorio, ma sarà impossibile ripeterla nei prossimi anni, poichè il Consorzio C.E.R. dovrà effettuare importanti lavori di rafforzamento ed implementazione dell’impianto idraulico Palantone sul Po, ricostruendo diversi chilometri di rivestimento nel tratto iniziale del canale.
“L’evoluzione meteo delle prossime settimane sarà determinante – commenta Vincenzi – ma è evidente che aumentano le preoccupazioni per la prossima stagione irrigua, stante anche l’attuale insufficienza di invasi a servizio delle necessità idriche delle campagne.”
“Ci attiveremo – conclude il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano – per dare risposta alle legittime preoccupazioni degli agricoltori calabresi, così come, senza inutili allarmismi, continuiamo a monitorare lo stato delle risorse idriche del Paese, chiedendo alle Autorità di Bacino Distrettuale di avviare le necessarie concertazioni per programmare la gestione di possibili situazioni di crisi idrica.”
“Quanto si sta profilando in Emilia Romagna – conclude Gargano – porta in primo piano l’importanza delle aste irrigue, autentiche autostrade dell’acqua, gestite dai Consorzi di bonifica e capaci di trasformare l’economia di un territorio: accanto al Canale Emiliano Romagnolo, lo storico canale Cavour in Piemonte ed il canale Lessinio Euganeo Berico nel Veneto.

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