Camera, la Commissione ambiente chiede la stabilità del 55% sull’efficienza energetica

On. Ermete Realacci
On. Ermete Realacci

In Commissione Ambiente alla Camera ieri è stata discussa ed approvata la risoluzione sulle misure a sostegno della riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare, presentata dagli onorevoli Realacci (primo firmatario), Borghi, Busto, Latronico, Matarrese, Zan, Grimoldi, Pastorelli, Taglialatela, Mariastella Bianchi, Braga, Bratti, Carrescia, Cassano, Cominelli, Dallai, Decaro, Gadda, Ginoble, Tino Iannuzzi, Manfredi, Mariani, Marroni, Mazzoli, Morassut, Moretto, Giovanna Sanna, Zardini, Busto, Tofalo, Terzoni, De Rosa, Mannino, Zolezzi, Daga, Segoni, Latronico, Dorina Bianchi, Distaso, Alli, Causin, D’Agostino, Zaratti, Pellegrino. L’iscrizione della risoluzione all’ordine del giorno di ieri della Commissione “risponde all’esigenza di incidere tempestivamente sulle decisioni che il Governo si appresta ad adottare nel Consiglio dei Ministri di venerdì prossimo in materia di misure a sostegno dell’edilizia e dei settori produttivi ad essa collegati.”

“E’ un segnale positivo quello che arriva dalla Commissione Ambiente della Camera – ha commentato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera – con l’approvazione all’unanimità della risoluzione sul credito di imposta del 55% per le misure a favore dell’efficienza energetica in edilizia. La risoluzione impegna il Governo a stabilizzare l’eco-bonus del 55% per il risparmio energetico in edilizia, in scadenza a giugno, e ad estenderlo anche al consolidamento antisismico degli edifici. Come dimostra il drammatico allarme lanciato oggi dall’Ance, secondo la quale dall’inizio della crisi il settore delle costruzioni ha perso 550 mila addetti considerando l’indotto, rilanciare l’edilizia è una priorità per la nostra economia e per l’occupazione, ma un nuovo sviluppo del settore non può che essere legato alla qualità, all’innovazione, all’efficienza energetica, alla sicurezza antisismica. Per questo è fondamentale stabilizzare l’eco-bonus del 55%”.
“Il sistema di agevolazione fiscale del 55% – spiega Realacci – si è dimostrata una misura di grande importanza: ha attivato oltre 1.400.000 interventi, per circa 18 miliardi di euro di investimenti, e la creazione di oltre 50 mila posti di lavoro all’anno nei settori coinvolti, soprattutto nelle migliaia di piccole e medie imprese nell’edilizia e nell’indotto. Ha rappresentato, inoltre, lo strumento più efficace e virtuoso in tema di sostenibilità ambientale, di sostegno del mercato dell’edilizia di qualità e di risparmio di emissioni di anidride carbonica”.
“La risoluzione – prosegue Realacci – è stata sottoscritta da tutti i capigruppo presenti in commissione e da un indirizzo forte al Governo a consolidare le politiche ambientali e a favorire l’edilizia di qualità ed energicamente efficiente dando stabilità al credito d’imposta del 55 % ed estendendolo anche agli interventi di consolidamento antisismico del patrimonio edilizio esistente, oltre che ad assumere iniziative, anche di tipo normativo, volte ad estendere le misure di efficientamento energetico anche al patrimonio edilizio pubblico. Ad esempio con un allentamento del Patto di Stabilità interno per gli Enti Locali che hanno risorse da investire nella messa in sicurezza antisismica degli edifici pubblici, a partire dalle scuole e degli ospedali. La risoluzione impegna infine il Governo ad assumere iniziative analoghe anche per consentire agli Enti Locali che abbiano risorse a disposizione di realizzare interventi di manutenzione e messa in sicurezza del territorio”.
La risoluzione “impegna il Governo: a rafforzare le politiche ambientali e a favorire l’edilizia di qualità ed energeticamente efficiente attraverso iniziative dirette alla riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare, in particolare assumendo iniziative dirette a dare stabilità, se non ad incrementare, all’agevolazione fiscale del 55 per cento per l’efficientamento energetico degli edifici, (previa valutazione mediante perizia asseverata della classe energetica, con opportuni meccanismi di controllo), in relazione alla quale andrebbero favoriti: a) l’ampliamento dei soggetti fruitori del beneficio fiscale; b) l’estensione degli interventi al consolidamento antisismico del patrimonio edilizio esistente, compresi gli interi edifici, rendendo obbligatoria la certificazione antisismica degli edifici pubblici e privati e i relativi controlli strutturali periodici; c) nuovi strumenti che vaglino l’efficacia degli interventi sia sotto il profilo tecnico sia sotto il profilo economico in relazione ai periodi di fruizione della detrazione, con opportuni adeguamenti degli incentivi fiscali in base ai risultati ottenuti, con l’obiettivo di prevedere un periodo di ammortamento di cinque anni; d) l’individuazione di adeguate forme di incentivazione anche per i soggetti fiscalmente incapienti che intendano investire in interventi di efficientamento energetico, seguendo l’esempio delle ESCO, metodo applicabile anche in questi casi e che può favorire la qualità degli interventi; e) l’incentivazione dell’utilizzo di materiali di bioedilizia certificati; f) in ogni caso, nell’allestimento degli immobili, l’utilizzo di materiali e manufatti a basso impatto ambientale e a ridotto consumo energetico;
a prevedere una revisione dei meccanismi di incentivazione degli interventi di riqualificazione energetica degli edifici in modo da garantire che i materiali e i beni utilizzati per la riqualificazione siano soggetti alla dichiarazione ambientale di prodotto così come disciplinata a livello comunitario e basata anche sul ciclo di vita del prodotto;
ad assumere ogni iniziativa di competenza utile, anche nel quadro della revisione dei vincoli di bilancio e quindi del patto di stabilità, affinché sia consentito agli enti locali che abbiano risorse da investire, di realizzare interventi di manutenzione e messa in sicurezza del territorio, di riduzione del rischio idrogeologico, di efficientamento energetico degli
edifici e di messa in sicurezza antisismica degli edifici pubblici, a partire dalle scuole e dagli ospedali, escludendo tali spese dal computo del patto di stabilità interno.”

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