Clima: nella Giornata della Terra il 2020 risulta il più critico

Il Copernicus Climate Change Service ha pubblicato il rapporto annuale sullo Stato del clima in Europa. I risultati non sono buoni. Le concentrazioni di gas serra (CO2 e CH4) hanno continuato ad aumentare e hanno raggiunto i livelli annuali più alti dal 2003, anno in cui sono iniziate le osservazioni satellitari.

A livello globale, il 2020 è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati e gli ultimi sei anni sono stati i più caldi mai registrati.
Gli indicatori globali mostrano che le temperature medie degli ultimi 5 anni sono le più alte mai registrate e di 1,2 °C sopra la media registrata nel periodo tra il 1850 e il 1900.
I dati arrivano proprio nella Giornata della Terra, celebrata ogni anno il 22 aprile in tutto il mondo

Europa

Il 2020 è stato l’anno più caldo con temperature autunnali e invernali da record mai registrate in tutta Europa. L’inverno in Europa ha registrato temperature sopra la media stagionale di 3,4 °C , e le temperature sono state particolarmente elevate nel Nord-Est dell’Europa, con un impatto sulla copertura nevosa, sul ghiaccio marino e sul numero di giorni dove è stata registrata una temperatura inferiore allo 0 °C. Diversi momenti di caldo intenso si sono verificati in estate colpendo diverse regioni ogni mese. Tuttavia, le ondate di calore non sono state intense, diffuse e lunghe tanto quanto quelle registrate negli ultimi anni.

In alcune parte dell’Europa nord-occidentale e nord-orientale si è verificata una transizione notevole da un inverno umido a una primavera secca, che ha influenzato la portata dei fiumi, l’umidità del suolo e la crescita della vegetazione. La tempesta Alex ha causato precipitazioni da record che hanno a loro volta provocato un aumento della portata dei fiumi superiore alla media in gran parte dell’Europa occidentale, con conseguenti inondazioni in alcune regioni.

La media regionale degli incendi in Europa è stata vicina a quella del periodo 1981-2010, ma con periodi dove sono stati registrati livelli superiori alla media a livello locale, in particolare nei Balcani e nell’Europa orientale alla fine dell’inverno e in primavera.

Un anno eccezionale per l’Artide

Per l’Artide, il 2020 è stato il secondo anno più caldo, con una temperatura superficiale dell’aria di 2,2 °C sopra la media del periodo 1981-2010. Mentre la prima parte dell’anno è stata più fredda della media in gran parte dell’Artide, l’estate e l’autunno hanno compensato con le temperature più alte mai registrate.

Le alte temperature artiche del 2020 sono state causate principalmente da un anno eccezionalmente caldo nella Siberia artica. Per questa regione, il 2020 è stato l’anno più caldo con temperature di 4,3 °C sopra la media, 1,8 °C in più rispetto al record precedente. Il ghiaccio marino è stato ai minimi storici per la maggior parte dell’estate e dell’autunno nei mari artici adiacenti.
Le temperature da record in primavera e in autunno hanno anche portato a una copertura nevosa inferiore alla media. È probabile che questo abbia contribuito all’aumento di calore, poiché meno energia solare è stata riflessa ma al contrario è stata assorbita dalle superfici più scure non innevate.
Il caldo e la mancanza di neve hanno anche contribuito a episodi di siccità, fornendo condizioni favorevoli per gli incendi di grandi dimensioni. Durante l’estate, la Siberia artica ha registrato una diffusa attività di incendi, che ha portato alla più grande quantità di emissioni di CO2 causata da incendi boschivi almeno dal 2003.

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