Coldiretti, pesanti gli effetti del clima sull’agricoltura

Il 2018 si è aperto con circa 1/3 di precipitazioni in meno (-31%) rispetto alla media storica con crolli del 50% nel centro Italia e del 45% nel mezzogiorno mentre nel Nord si è verificato un aumento del 5% anche grazie alle abbondanti nevicate. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ucea a gennaio in occasione dell’arrivo di una ondata di maltempo importante per far fronte alla situazione di deficit idrico del Paese.




Non solo disagi dunque, l’arrivo del maltempo con la pioggia e la neve – sottolinea la Coldiretti – è importante per ripristinare le scorte idriche nei terreni, nelle montagne, negli invasi, nei laghi e nei fiumi. Per l’associazione a preoccupare è invece l’accumulo di neve sulle piante che puo’ provocare con il peso la rottura dei rami ma soprattutto il freddo e il gelo dopo un gennaio bollente che ha fatto registrare temperature massime superiori di 3,3 gradi le medie storiche che hanno provocato la fioritura anticipata delle piante da frutto. Il cambiamento repentino – spiega Coldiretti – mette in pericolo gli alberi da frutto che si stavano risvegliando sotto il tepore di una finta primavera e la raccolta dei frutti primaverile ed estiva poiché i mandorli sono già in fiore e le gemme di albicocchi e peschi in fase di apertura sono particolarmente sensibili al maltempo. L’andamento schizofrenico dell’inizio dell’anno conferma i cambiamenti climatici in atto che si stanno manifestando in Italia con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni – conclude la Coldiretti – ha subito danni per 14 miliardi di euro tra alluvioni e siccità.

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