Ecosistemi, l’uomo ha alterato il 75% delle terre emerse e il 66% degli oceani

La giornata dell'ambiente 2019 quest’anno si focalizza sui killer “silenziosi” dell’inquinamento atmosferico che fanno 7 milioni di vittime l’anno e, non a caso, è stata lanciata a Beijing in Cina, la nazione che ha numerose città nella classifica delle prime città più inquinate al mondo, stilata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In occasione della giornata mondiale dell’ambiente dal WWF arriva un nuovo monito: distruggere, inquinare e rendere sempre più vulnerabile la natura significa procurare un danno enorme a noi stessi e alle generazioni future.

Secondo il rapporto sullo stato mondiale della biodiversità (Il Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services) abbiamo significativamente alterato il 75% delle terre emerse e il 66% dei mari e degli oceani. Inoltre stiamo mettendo a rischio, mantenendo l’attuale ritmo di impatto ambientale nei prossimi decenni, almeno un milione di specie viventi, molte delle quali ancora sconosciute alla scienza.

Si tratta di un livello di impatto totalmente insostenibile, tenuto conto che dagli attuali oltre 7.6 miliardi di abitanti il nostro mondo si troverà ad avere, come indicato dalla variante media delle Nazioni Unite, 9.7 miliardi di abitanti nel 2050. La capacità rigenerativa delle risorse naturali e la capacità ricettiva dei sistemi naturali nel ricevere i nostri rifiuti mostra ormai i palesi segni di affaticamento, riconosciuti da tutta la ricerca scientifica internazionale.

Cosa propone il WWF? “Abbiamo una grande sfida per il 2020 – si legge in una nota – anno in cui scadranno alcuni importanti target dell’Agenda 2030 con i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile approvata da tutti i paesi del mondo alle Nazioni Unite nel 2015, “scadrà” la strategia decennale (2010-2020) per la difesa della biodiversità mondiale in ambito della Convenzione ONU sulla Diversità Biologica e si rivedranno gli impegni volontari presi da tutti i paesi per concretizzare l’Accordo di Parigi del 2015 della Convenzione Quadro ONU sui Cambiamenti Climatici. Un’occasione unica per mettere a sistema questo insieme di proposte che devono diventare operative e concrete e soprattutto per rivedere la strategia decennale futura (2020-2030) per fermare la perdita di biodiversità nel mondo che costituisce l’assicurazione fondamentale per la vita di noi tutti. Dovremmo cercare di proteggere almeno il 30% della superficie del nostro pianeta entro il 2030 e il 50% entro il 2050, anno in cui la nostra economia dovrà già essere completamente decarbonizzate.
Per questo il WWF sta cercando di mobilitare governi, parlamenti, imprese, organizzazioni, cittadini per un grande Global Deal per la Natura e la Gente (Global Deal for Nature and People) affinchè tutti si impegnino concretamente a sventare il grande pericolo che incombe sul nostro immediato futuro.”

Lo ha fatto anche con un video. La Natura, voce narrante e fuori campo, racconta all’uomo tutto quello che sta scomparendo. “Let’s become really human again”. La Natura ci chiede di “tornare umani” e proteggerla, prima che sia troppo tardi. Il video dà voce alle querce, alle betulle, alle sequoie e alle palme che hanno ricoperto la Terra per miliardi di anni, producendo ossigeno dall’anidride carbonica e trasformando il Pianeta in un vero paradiso di biodiversità. Le mangrovie, le barriere coralline e le alghe proteggono le coste e la natura marina, mentre le paludi ci difendono dalle alluvioni e ci forniscono l’acqua da bene. Pesci, meduse, cavallucci marini, delfini, balene e squali popolano i mari da molto tempo prima che mettessimo piede sul Pianeta; gli insetti permettono che dai nostri terreni si possano ricavare frutti e quindi cibo. Una grande varietà di uccelli ci ricorda quante volte siamo stati intrattenuti dal loro canto, poi si passa ai grandi mammiferi terrestri come gli elefanti, i lupi, i leoni, i gorilla e le giraffe: protagonisti delle storie che hanno segnato i primi anni delle nostre vite, dato forma ai nostri sogni, colorato i nostri libri e arricchito le nostre menti. 

Troppe specie, però, sono in pericolo e in pochi anni il Pianeta rischia di perdere la sua biodiversità. Già il 60% delle specie animali è scomparso a causa dell’impatto dell’uomo sulla natura. Ma se scompare la natura allora scompariremo anche noi uomini, perché siamo noi ad avere bisogno della natura, ancora più di quanto la natura abbia bisogno di noi.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

Osservatorio FER: fotovoltaico, eolico e idroelettrico + 5%

Next Story

Amianto. Cassazione conferma condanna di Rete Ferroviaria Italiana per il decesso di un dipendente