Fca, accuse Usa: violate norme su emissioni diesel. La replica della società

Secondo Sergio Marchionne il caso Fca ''non ha nulla in comune con Volkswagen''.

Gli Usa – nello specifico l’Epa, l’Agenzia per la Protezione Ambientale americana – accusano Fca di aver violato le norme sulle emissioni per le auto diesel, ipotizzando sanzioni per 4,8 miliardi di dollari. Come per Volkswagen, anche in questo caso sul banco degli imputati sarebbe finito un software illegale per aggirare i test. Pronta la replica di FCA US, la controllata statunitense di FCA N.V..

“FCA US è contrariata dal fatto che l’EPA abbia scelto di emettere una “notice of violation” in merito alla tecnologia di controllo delle emissioni impiegata nei motori diesel leggeri da 3.0 litri, modelli 2014-2016, della società.
FCA US intende collaborare con l’Amministrazione subentrante per presentare i propri argomenti e risolvere la questione in modo corretto ed equo, rassicurando l’EPA ed i clienti di FCA US sul fatto che i veicoli diesel della società rispettano tutte le normative applicabili.
I motori diesel di FCA US sono equipaggiati con hardware di controllo delle emissioni all’avanguardia, ivi incluso la tecnologia selective catalytic reduction (SCR). Ogni costruttore automobilistico deve utilizzare varie strategie per controllare le emissioni al fine di realizzare un equilibrio tra le prescrizioni di EPA relative al controllo delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) e le prescrizioni relative alla durata, prestazioni, sicurezza e contenimento dei consumi. FCA US ritiene che i propri sistemi di controllo delle emissioni rispettino le normative applicabili.
FCA US ha speso mesi nel fornire una mole di informazioni all’EPA e ad altre autorità governative e in diverse occasioni ha cercato di spiegare le proprie tecnologie di controllo delle emissioni ai rappresentanti dell’EPA. FCA US ha proposto diverse iniziative per risolvere le preoccupazioni dell’EPA, incluso lo sviluppo di estese modifiche del software delle proprie strategie di controllo, che potrebbero essere immediatamente applicate nei veicoli in questione, per ulteriormente migliorarne le prestazioni in termini di emissioni.
FCA US auspica fortemente di poter avere quanto prima la possibilità di incontrare l’enforcement division dell’EPA e rappresentanti della nuova amministrazione, per dimostrare che le strategie di controllo di FCA sono giustificate e pertanto non costituiscono “defeat devices” in base alla normativa applicabile e risolvere prontamente la questione.”
Inevitabili le ripercussioni in borsa: dopo un primo crollo del 16%, si assiste a un parziale recupero.

Intanto il Vice Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini, riferendosi ai modelli dei veicoli oggetto dell’inchiesta Epa, ha confermato che “i modelli dei veicoli Fca Us non sono stati oggetto di omologazione in Italia“.
“Il Governo Italiano – ha aggiunto il vice ministro – sta adottando politiche di sostenibilità, tant’è vero che è stato di supporto alla Commissione Europea nell’approvare il nuovo ciclo di prova di omologazione poi concluso il 20 dicembre scorso”. Il Vice ministro Nencini ha inoltre sottolineato che “il Governo italiano sta collaborando con Commissione Europea e nonostante le ripetute rassicurazioni date su Fca è incomprensibile l’insistenza del Governo tedesco di fronte alle risposte già ottenute dal Mit. Peraltro nell’incontro che si è ottenuto ieri presso la competente commissione del Parlamento Europeo a Bruxelles – ha proseguito – abbiamo confermato punto su punto i nostri impegni. Ricordo che nella definizione di una normativa più stringente nei riguardi delle emissioni di ossido di azoto in atmosfera il Governo italiano ha tenuto al tavolo delle trattative la posizione più rigida proponendo per la fase due i parametri migliori per la salute dei cittadini”- ha concluso Nencini.

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