Il cibo tra 30 anni

Cibo di oggi, cibo di domani
Cibo di oggi, cibo di domani

I consumatori vorrebbero che nel 2015 il cibo fosse più controllato, sicuro, e per certi versi “democratico, accessibile a tutti”, ma se lo aspettano anche “freddo, sterile, standardizzato”.
Questo il risultato di un’indagine svolta da Doxa per Coop e presentata il 22 Giugno a Expo. Lo studio ha indagato le aspettative, i desideri e i timori dei cittadini di otto Paesi del mondo – Italia, Germania, Uk, Usa, Russia, Cina, India e Brasile – e una parte dei risultati è stata presentata oggi a Expo, nel corso della tavola rotonda organizzata da Coop Italia, “Il futuro del cibo, bene comune“.
Nel piatto del futuro? Troveremo ogm (il 72% del campione mostra piena consapevolezza sulla loro diffusione), molte pillole (75%) e carne sintetica (60%), non mancheranno insetti e alghe comunque cibi dalle proprietà nutrizionali bilanciate. I più eclettici e aperti al cambiamento del gusto gli indiani, i cinesi e i brasiliani, ma anche un 70% di italiani potrebbe provare il cibo in pillole e il 44% dei nostri connazionali non si tirerebbe indietro nemmeno davanti a un insetto.

A fronte di ciò, per tutti prevale comunque la paura sulla possibile manipolazione del cibo (il 60%) e il timore per un pianeta sempre meno controllabile o sull’orlo del precipizio ambientale (53%). Il 43% indica invece come la sua paura più grande sia un cibo troppo costoso.
“In tre generazioni tutto è cambiato – ha spiegato l’ad di Doxa, Vilma Scarpino -. Oggi c’è maggiore consapevolezza razionale del rapporto tra benessere e cibo. Non c’è più l’idea che il cibo serve a sfamare la popolazione o la famiglia, non c’è l’idea che si può consumare qualsiasi cibo che l’industria fornisce, ma c’è l’idea che si debba per il proprio bene il meglio che il mercato offre. I consumatori sia spettano di avere un cibo sano, buono pur perdendo di fatto, i valori della territorialità della tradizione. Quindi un cibo sempre più globalizzante e globalizzato”
Secondo gli intervistati (6400 in totale) a decidere delle caratteristiche del cibo del futuro dovranno essere soprattutto i cittadini, seguiti dal mercato e dall’industria. “Meno le istituzioni e i governi, che devono occuparsi più delle regole a tutela del cibo”. In tutti gli otto Paesi considerati, quello che il 56% dei cittadini chiede è che il cibo sia buono e sicuro per tutti. In altri termini, che sia “cibo democratico”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

Aree marine protette, 3,5 milioni per le gestione

Next Story

Cirque du Soleil per Expo con ALLAVITA!