Istat, Rapporto Bes. Ambiente, segnali di miglioramento ma peggio la dispersione idrica

La maggiore attenzione all’ambiente nelle scelte politiche e in quelle delle famiglie e delle imprese sembra trovare riscontro in un complessivo miglioramento degli indicatori analizzati. L’Italia continua ad essere uno dei paesi Ue con il minor consumo di risorse
materiali pro capite. Il conferimento di rifiuti in discarica, con la conseguente pressione sull’ambiente, è in leggera diminuzione, così come aumentano l’incidenza della raccolta differenziata e la depurazione delle acque reflue.

Si rilevano miglioramenti nella qualità dell’aria in ambiente urbano, specialmente per quanto riguarda le polveri sottili.



La quota del consumo interno di energia elettrica da fonti rinnovabili rimane piuttosto stabile e pone l’Italia al di sopra della media Ue, tuttavia ancora lontana dai paesi che più hanno investito in questo tipo di produzione. Sul fronte della qualità delle acque si registra una sostanziale stabilità della quota di acque balneabili (67,2%) e anche la dotazione di verde urbano rimane sui valori osservati negli anni precedenti (circa 31 m2 per abitante nei comuni capoluogo di provincia).
In corrispondenza della ripresa dei livelli di attività economica, le emissioni pro capite di CO2 (e altri gas climalteranti) sono aumentate, dopo un lungo periodo di diminuzione. In questo contesto di complessivo miglioramento degli indicatori ambientali, la dispersione idrica mostra, invece, un’evoluzione decisamente negativa: l’insufficienza degli interventi manutentivi su infrastrutture inefficienti comporta nel 2015 una perdita idrica totale superiore al 40% dell’acqua immessa nelle reti comunali di distribuzione, in peggioramento rispetto agli anni precedenti.
Si confermano le marcate differenze territoriali tradizionalmente osservate per questo dominio. Sono le regioni del Nord a presentare i livelli più bassi di pressione sull’ambiente naturale (quanto a percentuale di rifiuti raccolti che viene smaltita in discarica e dispersione dalle reti di distribuzione dell’acqua potabile), la più elevata dotazione di verde urbano pro capite e maggiori azioni di contrasto al degrado (attraverso il trattamento delle acque reflue urbane o la raccolta differenziata). Nei territori del Mezzogiorno, invece, si rilevano i valori migliori dei parametri osservati per la qualità dell’aria (polveri sottili, biossido di azoto) e la maggiore incidenza di superficie destinata ad aree protette.
E’ quanto rileva in sintesi il Rapporto annuale dell’Istat sul benessere equo e sostenibile, realizzato prendendo in considerazione 129 indicatori articolati in 12 domini: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività (prima denominato Ricerca e innovazione); Qualità dei servizi.
In questa edizione, oltre all’ampliamento degli indici compositi per tutte le dimensioni considerate dal Bes, l’Istat ha ritenuto opportuno procedere a una revisione approfondita del set di indicatori, rivisitando in particolare i domini relativi a Paesaggio e patrimonio culturale, Ambiente, Innovazione ricerca e creatività, Qualità dei servizi.
Insieme all’edizione 2017 del Rapporto Bes, l’Istat aggiorna e amplia il set di indicatori sullo sviluppo sostenibile (SDGs) che è parte integrante di una più ampia lista approvata dall’assemblea delle Nazioni Unite all’interno dell’Agenda 2030.

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