Presa interbloccata: cos’è, a cosa serve e quando è obbligatoria

È sempre fondamentale rispettare le leggi sulla sicurezza, soprattutto se si parla dell’alimentazione di macchinari industriali. Ruolo fondamentale è ricoperto dalle prese interbloccate, molto diffuse in Italia. Ecco cosa sono e qual è il loro ruolo

L’enorme diffusione delle prese interbloccate in Italia è dovuta soprattutto a uno strumento legislativo, oggi abrogato, che ne prescriveva l’utilizzo per ogni macchinario che superasse i 1000 W. L’interpretazione del DPR 547/55 è stata spesso discussa, ma – in principio precauzionale – molti hanno preferito utilizzare le prese interbloccate anche in casi dove non ce n’era uno specifico bisogno. Ma cos’è questo particolare tipo di presa? Le prese interbloccate, sia fisse che mobili, sono codificate dalla Norma CEI EN 60309-4, e sono definibili come prese connesse a un blocco meccanico che ne impedisce la chiusura se la spina non è inclusa nella presa. Tale tipo di meccanismo permette, poi, di sganciare la presa solo in totale assenza di tensione. Tale caratteristica è fondamentale in determinati ambiti per ragioni di scurezza. Permettendo l’estrazione della spina solo fuori tensione si evitano danni causati dalla formazione di un eventuale arco elettrico. Tale fenomeno fisico è pericolosissimo per l’incolumità delle persone, in quanto potrebbe causare fenomeni esplosivi o, al più, emettere gas, fumi e particelle incandescenti. Le prese interbloccate, grazie al dispositivo di sicurezza, permettono di evitare gravi danni a chi manovra tali sistemi.

Che caratteristiche devono avere le prese interbloccate?

La normativa comunitaria prima citata elenca anche le caratteristiche che garantiscono l’omologazione a tali dispositivi elettrici. In primis devono resistere a una corrente di cortocircuito di almeno 10 kA, caratteristica fondamentale per prevenire la formazione di archi elettrici; devono evitare stabilimenti o interruzioni di circuiti in tensione; devono avere categoria di utilizzazione AC-22A.

Ambiti d’uso delle prese interbloccate

Abrogata la norma prima citata, sono entrate in vigore nuove prescrizioni sull’utilizzo dello strumento in oggetto. Le prese interbloccate sono obbligatorie in determinate situazioni di rischio e facoltative in tutti gli altri contesti: in quest’ultimo caso sarà il progettista a decidere se installarla o meno. Gli ambiti obbligatori riguardano: impianti elettrici che servono locali di spettacolo e intrattenimento, qualora la corrente sia superiore a 16 A; impianti elettrici soggetti a pericolo di esplosione; impianti elettrici a bordo macchina con corrente nominale superiore ai 30 A; in tutte le piattaforme offshore per dispositivi con corrente superiore ai 16 A. Per tutti gli altri ambiti d’uso, come si accennava, non esiste specifico obbligo. È tuttavia, a seconda dei casi, fortemente consigliato utilizzarle anche in industrie che operano in settori in altro rischio. Fra queste si annoverano industrie chimiche, cantieristiche, agricole e cantieri edili in generali. È ovviamente importante curarsi anche della qualità del prodotto che, in genere, è realizzato da selezionate aziende specializzate. Per quanto riguarda le componenti elettriche è sempre meglio scegliere materiali di altissima qualità, in modo da poter lavorare e operare in tutta sicurezza.

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