Terremoto, i territori colpiti

La deformazione del terreno si estende per un'area di circa 130 chilometri quadrati, con uno spostamento massimo di almeno 70 cm nei pressi di Castelluccio.

In seguito alla nuova forte scossa che il 30 ottobre ha colpito il centro Italia, il Consiglio dei Ministri ha adottato una delibera che estende gli effetti della dichiarazione dello stato d’emergenza del 25 agosto 2016 per gli eccezionali eventi sismici che il 24 agosto hanno interessato le Regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo.
In attesa della ricognizione dei danni, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a un ulteriore stanziamento di 40 milioni di euro.

Le risorse stanziate serviranno a potenziare la risposta all’emergenza e a garantire efficienza e tempestività agli interventi di assistenza alla popolazione. Per fronteggiare lo stato di emergenza, il fabbisogno finanziario sarà coperto con le risorse del Fondo per le emergenze nazionali.
Intanto il Sistema di protezione civile lavora, oltre che sul fronte dell’assistenza alla popolazione, a una ricognizione delle criticità e dell’impatto del sisma sui territori.
In particolare, sta provvedendo alla mappatura delle situazioni di dissesto, per procedere poi con le attività di rilievo e stabilire, quindi, le priorità degli interventi, a partire da quelli sulla rete viaria pesantemente compromessa in seguito al sisma.
Tra le criticità più significative, al confine tra Marche e Umbria, la frana della gola della Val Nerina, che ha provocato la parziale ostruzione del Fiume Nera. Il corso d’acqua è esondato allagando per un tratto la Strada Provinciale 209, già coperta dai detriti.
Sul fronte dighe, i gestori hanno svolto verifiche speditive degli impianti – d’intesa con la Direzione dighe del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti – e non hanno riscontrato criticità.
L’attività di monitoraggio del territorio passa anche attraverso l’acquisizione e lo studio di immagini satellitari.
Rispetto alle ultime forti scosse che hanno colpito il Centro Italia il 26 e il 30 ottobre sono, infatti, disponibili nuovi prodotti Copernicus, nell’ambito del programma di osservazione della Terra guidato dall’Unione Europea in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea che – in ambito di protezione civile – fornisce informazioni geospaziali e mappe satellitari delle aree colpite da calamità, per contribuire alla gestione delle emergenze.
Tra il 30 e il primo novembre, inoltre, i satelliti Cosmo SkyMed e Sentinel hanno acquisito nuovi dati delle zone terremotate con l’obiettivo di studiare le deformazioni del suolo e delle sorgenti sismiche legate all’ultima forte scossa. L’attività, coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile, è svolta da un team di ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana. In particolare, grazie ai dati radar acquisiti, sono state realizzate due immagini: una fornisce la prima ricostruzione delle faglie, l’altra mostra invece la deformazione del terreno, che si estende per un’area di circa 130 chilometri quadrati, con uno spostamento massimo di almeno 70 cm nei pressi di Castelluccio.

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